La città si trova in un sito alla base del Monte Fuji in Giappone, a circa 100 miglia da Tokyo. Progettata come un banco di prova per le tecnologie che potrebbero essere implementate in ambienti urbani, tra cui robotica, case Smart interconnesse e IA. Il presidente della società, Akio Toyoda, ha aperto i battenti martedì in una cerimonia che ha coinvolto i funzionari locali della Prefettura di Shizuoka, dove si trova per esattezza la nuova città.
Toyota ha annunciato per la prima volta il progetto al CES 2020 un anno fa. In particolare, la città avrà tre tipi di strade collegate tra loro a livello del suolo. Una per i pedoni, una per i pedoni che utilizzano veicoli per la mobilità personale come l’e -scooter, e una dedicata esclusivamente ai veicoli a guida autonoma. L’azienda ha anche sottolineato la presenza di una strada sotterranea per garantire il trasporto di merci.
Toyota ha anche lanciato il proprio veicolo a guida autonoma, l’e-Palette, nel 2018. Si prevede che costituiranno la maggior parte delle infrastrutture di trasporto per questo progetto che prende il nome di Woven City.
L’azienda li ha descritti in precedenza come “personalizzabili” per una serie di funzioni, tra cui la condivisione del viaggio stesso, i servizi di consegna e persino gli uffici mobili e gli hotel.I residenti di Woven City vivranno in case intelligenti con una gamma di sistemi robotici integrati per assistere la vita quotidiana. L’intelligenza artificiale basata su sensori potrà monitorare la salute delle persone e prendersi cura di altri bisogni di base. La prima fase del progetto coinvolgerà circa 360 residenti di varie fasce d’età. Diventeranno 2.000 con alcuni dipendenti Toyota e le loro famiglie, oltre a scienziati e inventori che valuteranno l’efficacia delle varie soluzioni proposte.
Nonostante i piani high-tech, Toyota non vuole che l’esperienza faccia a faccia e il contatto umano siano in secondo piano rispetto alla tecnologia. “Costruire una città completa da zero, anche su piccola scala come questa, è un’opportunità unica per sviluppare tecnologie future. Ad esempio, per testare un sistema operativo digitale per tutte le infrastrutture della città. Con persone, edifici e veicoli tutti connessi e che comunicano tra loro tramite dati e sensori, saremo in grado di testare la tecnologia sia nel regno virtuale che in quello fisico massimizzando il suo potenziale”.