Ciò fa esultare migliaia di debitori italiani, ma allo stesso tempo preoccupa, poiché la macchina esattoriale italiana si è ormai fermata. Questo non fa altro che procurare un accumulo sempre più fitto di denaro, e quando lo Stato andrà a chiedere i pagamenti, sarà un’autentica bomba fiscale. L’urto potrebbe avere degli impatti determinanti sulla crescita (già prevista, in teoria) del PIL.
Con un primo Governo Conte, inizialmente, l’invio delle cartelle era stato sospeso fino al 31 gennaio. Successivamente a questo intervento, che era già molto particolare, si è andato ad aggiungere un ulteriore provvedimento, che ha fatto sì che il pagamento delle cartelle venisse rinviato al 28 febbraio.
Ora, come detto anche sopra, Draghi ha deciso di mettere in atto un terzo stop. Probabilmente il Premier ha intenzione in futuro di mettere in atto una riforma fiscale molto importante, che forse sarà attuata nel breve termine.
In questo modo, data la situazione già molto complicata, sia per quanto riguarda l’Agenzia delle Entrate e gli enti creditori, e sia per quanto riguarda i contribuenti, il nuovo Governo ha deciso comunque di estendere la riscossione delle cartelle. E non solo, pare anche che ci sia la possibilità di introdurre una nuova rottamazione per agevolare lo smaltimento di crediti che era già difficoltoso da recuperare.