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Hyperloop in arrivo in Italia, come funziona il treno del futuro ?

Noi tutti in questi ultimi mesi abbiamo sentito parlare del futuro in campo trasporti che prende il nome di Hyperloop, un treno disegnato e progettato dall’imprenditore e ingegnere sudafricano Elon Musk, il quale ha deciso di proporre un progetto in gradi di dare una ventata di rivoluzione al mondo dei trasporti, nel dettaglio ovviamente quelli in treno.

I treni ad alta velocità attualmente arrivano ad un massimo di 300Km/h, un buon risultato ma oramai non abbastanza, dal momento che vista la globalizzazione del pianeta, serve poter essere in posti diversi, magari anche distanti in poco tempo.

Tutto ciò, ad esempio, prende corpo in Italia nel desiderio-obbiettivo di riuscire a percorrere la tratta Milano-Roma in appena 30 minuti, un obbiettivo che per Hyperloop sarebbe possibile, vista la velocità teorica di 1200Km/h a cui viaggerebbe, un valore quadruplo a quello degli attuali Freccia-Rossa.

Come funziona ?

Il treno progettato da Elon Musk ha un funzionamento che si basa su leggi della fisica abbastanza semplici

, forza di attrito e repulsione magnetica, andando nel dettaglio, il tutto è dipendente dalla struttura entro la quale è contenuto il treno, essa assume la forma di un tubo depressurizzato, all’interno del quale sono presenti dei magnetiche che, facendo levitare il treno su un cuscino d’aria molto rarefatto, eliminano ogni attrito con un doppio effetto positivo, sia perchè appunto non ci sono freni contro il raggiungimento di velocità importanti, sia perchè, sempre in virtù della mancanza di attrito, una volta raggiunta la velocità di crociera, non servirà accelerare, risparmiando dunque sull’energia.

Non serve sottolineare quanto tutto il concetto sia davvero futuristico, dal momento che unisce prestazioni ad efficienza energetica, la quale, come se non bastasse, unisce anche un animo ecologico, dal momento che secondo i progetti i vari tubi di contenimento, saranno coperti da pannelli fotovoltaici, che renderanno la struttura energeticamente indipendente grazie alla presenza di accumulatori.

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Pubblicato da
Eduardo Bleve