Le criptovalute continuano a rimanere sulla cresta dell’onda nonostante le perplessità di alcuni sulla propria efficacia. Il Bitcoin, in particolar modo, ha raggiunto livelli storici nell’ultimo mese.
Grazie all’investimento miliardario di Elon Musk, il Bitcoin ha rasentato il valore di 44mila dollari, divenendo a tutti gli effetti la criptovaluta più ambita.
Numerose le app di pagamento che hanno deciso di introdurla tra i metodi di accettazione standard. Mastercard, ad esempio, supporterà le criptovalute già a partire da quest’anno, garantendo i medesimi standard di sicurezza legati alle normali carte di credito.
Tutte le app che accettano pagamenti in criptovalute
L’esempio di Mastercard sarà seguito anche da Google Pay e Samsung Pay, che consentiranno ai propri utenti di pagare beni e servizi direttamente in Bitcoin.
Ma non è tutto, perchè tra le criptovalute accettate rientrano anche Bitcoin Cash, BUSD, Ether, PAX, USDC e GUSD. Il procedimento dovrebbe avere luogo a partire da questo mese, come lasciato intendere dalla piattaforma BitPay.
Tornando a Elon Musk, anche Tesla potrebbe accettare pagamenti in Bitcoin, permettendo a chiunque di acquistare uno dei modelli di auto elettrica direttamente in criptovalute.
Anche il Microsoft Store, per tutti gli amanti del gaming, si è adeguato a questa forma di pagamento virtuale.
Criptovalute, il Bitcoin è una moneta davvero efficace?
Non tutti sembrano però essere concordi sull’efficacia dei Bitcoin. Bill Gates, per fare un nome eclatante, ha espresso un parere alquanto negativo sulla moneta virtuale, considerandola molto labile e poco concreta.
L’interesse sul Bitcoin potrebbe però crescere anche grazie alla rinnovata posizione della Cina in merito alle criptovalute, che ha cambiato idea rispetto al passato.
Nel 2017 erano state imposte regole stringenti per bloccare il mercato speculativo, ma adesso la questione sembra essere ben diversa.
Sulle critiche rivolte al Bitcoin, infine, c’è quella di essere una moneta dall’impatto ambientale alquanto critico. Da un’analisi dell’Università di Cambridge è infatti emerso come utilizzi più di 121 terawattora (TWh) all’anno.
Il Bitcoin, dunque, si classificherebbe tra i primi 30 consumatori di elettricità in tutto il mondo se fosse un Paese. Una questione che fa senza dubbio riflettere.