Telegram è diventato rapidamente il paradiso di coloro che intendono perseguire il fine della pirateria. La diffusione illegale di materiale protetto da diritto d’autore è passibile di denuncia, ammenda pecuniaria ed istruttoria legale penale contro chi diffonde e chi utilizza il materiale oggetto della contestazione.
Questo è quanto è appena successo per 329 canali oscurati dal nucleo informatico della Guardia di Finanza che ha provveduto alla segnalazione di piattaforme dedite alla distribuzione di giornali, riviste e libri elettronici. Scopriamo cosa è successo e quali potrebbero essere le conseguenze.
Telegram: canali illegali banditi dalla GdF, attenzione alle multe
Per leggere quotidiani illegalmente era sufficienti ottenere un pass per l’accesso ai gruppi Telegram. Da perquisizioni domiciliari in Puglia, Campania, Lazio a Marche sono risultati illeciti importanti e fondamentali indizi per il tracciamento delle attività online illegali. Tutto GRATIS per gli utenti che non dovevano fare altro che iscriversi. Le denunce sono scattate per 9 persone che guadagnavano grazie ai circuiti pubblicitari presenti sui siti.
Chi si serve di questi gruppi per diffondere materiale protetto rischia fino a 15.400 euro di multa oltre che la reclusione per un periodo massimo di 4 anni di carcere. Pene inferiori possono essere inflitte a chi diffonde via WhatsApp o altri mezzi di comunicazione con ammende da 51 euro a 2.065 euro. Chi se ne serve al solo scopo di lettura senza condivisione, invece, passibile di imputazione di reato per violazione del copyright. Per scoprire chi si serve di detti strumenti basta aprire le info gruppo, ove si trova la lista di tutti i partecipanti.