News

Smartphone: se hai uno di questi nel cassetto sei ricco

Chi l’avrebbe mai detto che quel vecchio cellulare che con fatica stava in una mano oggi può valere una fortuna. Ebbene sì, esistono vecchi smartphone che sono diventati veri e propri cimeli da collezione e chi li possiede può davvero diventare ricco. Ecco questi “pezzi di antiquariato” che potrebbero trovarsi nel cassetto di chiunque.

 

Ecco quali sono gli smartphone più ricercati e quotati

Molti oggi sono capaci di cambiare smartphone ogni due anni. Ed è proprio grazie a questa frequenza che non è difficile trovarsi nel cassetto uno smartphone che oggi può valere parecchi soldi. Magari senza nemmeno saperlo. Ecco quali sono i vecchi cellulari che oggi sono tra i più ricercati e quotati.

  1. Nokia 3310. Non si può non citare questo modello uscito sul mercato nell’ormai lontano 2000. Resistente e pratico è stato il predecessore degli smartphone per eccellenza. Inoltre fu un prodotto molto amato dai giovani, usato per mandarsi i cosiddetti “squilli” per dire a un amico o alla fidanzata: “Ti sto pensando”. Questo cimelio oggi, tenuto in buone condizioni e funzionante, può valere fino a 200 euro
    .
  2. iPhone 2G. Questo prodotto presentato da Steve Jobs aveva introdotto un nuovo modo di utilizzare il cellulare. Nondimeno fu il primo smartphone di casa Apple, funzionale e unico per grafica e innovazione. Il papà degli iPhone se tenuto in ottimo stato, funzionante e con ancora la sua confezione originale può essere acquistato da un estimatore a circa 800 euro.
  3. Motorola DynaTAC 8000x. Questo non si può definire smartphone. È uno dei cellulari più particolari della storia della telefonia. Più che un dispositivo mobile sembrava un cordless portatile. Al mondo ne esistono meno di 250mila e proprio per la sua rarità gli appassionati sono capaci di spendere fino a 2.500 euro per averlo.

Insomma non si parla di investire in Bitcoin, ma dedicando un po’ di tempo a cercare nei cassetti, forse uno di questi telefoni potrebbe proprio far guadagnare un po’ di soldi.

Condividi
Pubblicato da
Osvaldo Lasperini