I cianobatteri producono plastica naturalmente come sottoprodotto della fotosintesi e lo fanno in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente. I ricercatori dell’Università di Tubinga sono ora riusciti per la prima volta a modificare il metabolismo dei batteri per produrre questa plastica naturale in quantità che ne consentano l’utilizzo industriale.
Questa nuova plastica potrebbe competere con le plastiche a base di petrolio dannose per l’ambiente. I ricercatori, diretti dal professor Karl Forchhammer dell’Interfaculty Institute of Microbiology and Infection Medicine, hanno recentemente presentato i loro risultati in diversi studi apparsi sulle riviste Microbial Cell Factories e PNAS.
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Dunque, una soluzione a questi problemi legati alle plastiche a base di petrolio potrebbe risiedere in un ceppo di cianobatteri con proprietà sorprendenti. I cianobatteri del genere Synechocystis producono il poliidrossibutirrato (PHB), una forma naturale di plastica. PHB può essere utilizzato in modo simile al polipropilene plastico ma è rapidamente degradabile nell’ambiente, oltre che privo di sostanze inquinanti.
Tuttavia, la quantità prodotta da questi batteri è generalmente molto piccola. Il gruppo di ricerca di Tubinga è riuscito a identificare un sistema di controllo nei batteri che limita il flusso intracellulare di carbonio fisso verso PHB. Dopo aver rimosso il corrispondente regolatore e implementato diversi ulteriori cambiamenti genetici, la quantità di PHB prodotta dai batteri è aumentata enormemente.
I cianobatteri, noti anche come microalghe o alghe blu-verdi, sono tra gli attori meno appariscenti ma potenti del nostro pianeta. Sono state le alghe blu-verdi a creare la nostra atmosfera e lo strato di ozono che ci proteggeva dai raggi UV attraverso la fotosintesi circa 2,3 miliardi di anni fa.