Tra gli scopi di questa lista troviamo, come è facilmente immaginabile, quello della riduzione di alcuni effetti negativi causati dai disastri naturali.
Per occuparsi di questa tematica, secondo quanto riportato dal rapporto delle Nazioni Unite, l’attenzione deve essere posta anche allo sviluppo sociale ed economico dei territori cittadini e di quelli circostanti, affinché si consolidi realmente uno sviluppo sostenibile per il futuro.
Voluto dalla Commissione Europea, il programma Horizon 2020 finanzia e ha finanziato vari programmi di ricerca e sviluppo per la creazione di società anti catastrofe. I finanziamenti sono rivolti a progetti innovativi non solo per le prime risposte a un cataclisma, quindi a favore di chi si presta alle operazioni di primo soccorso, ma anche alle attività sociali più generali.
I progetti possono concentrarsi su tutti i tipi di disastri, sia metereologici che climatici, sia per quel che riguarda terremoti, fenomeni vulcanici, spaziali, disastri industriale e terrorismo.
Un team di ricerca dell’università Link Campus lavora in questo momento al progetto LINKS – Strenghtening links between technologies and society for European disaster resilience – che ha ricevuto i finanziamenti proprio dal programma Horizon della commissione europea.
Lo scopo del progetto LINKS è quello di organizzare uno studio sull’uso e l’impatto dei social media e del crowdsourcing per tutte le attività di gestione dei disastri. Lo studio cercherà di analizzare e comprendere come i vari stakeholder possano collaborare per arrivare ad una risposta più immediata rispetto a queste calamità.
Nello specifico, gli obiettivi di LINKS sono due: il primo, riguarda lo sviluppo di un framework, un insieme di metodi e strumenti utili a ricercatori e professionisti, studiosi e politici nell’ottimizzazione delle loro piattaforme social. Questo framework sarà utile per scenari come terremoti, inondazioni, rischi industriali, siccità e terrorismo.
Il secondo obiettivo del progetto riguarda la costruzione di una comunità di stakeholder, con professionisti, politici, decision maker, comunità scientifiche e semplici cittadini.
I campi di ricerca saranno principalmente tre: uno studio sulla percezione dei rischi di un disastro, uno studio sui processi organizzativi della gestione dei vari disastri, e uno studio sulle tecnologie che vengono utilizzate in queste situazioni.
Il progetto ha già all’attivo 9 seminari interni, di cui 7 sono relativi ai bisogni e alle aspettative dei professionisti che si occupano del progetto.
Sono già emersi alcuni risultati legati a degli aspetti della vita quotidiana. Sono state fatte delle distinzioni in termini di accessibilità, mobilità e connessione, e sono state fatte delle valutazioni rispetto alle vulnerabilità di ognuno di essi. Ad esempio, in caso di disastri naturali, è stato valutato quanto possa impattare sulle comunicazioni un’interruzione delle infrastrutture.
L’obiettivo finale, per la Link Campus University, è quello di creare una rete che sia utile in futuro per la gestione delle calamità.