Nel 2015 avveniva ciò che ad oggi ricordiamo con poco piacere. Stiamo parlando dell’IMU sulla prima casa. Ebbene, con il Governo Draghi tale tassa potrebbe tornare attuale quando meno ce lo aspettiamo. Il motivo? Tirare su l’Italia dopo un periodo struggente caratterizzato dal coronavirus. Inutile nascondere che dietro ad una decisione del genere potrebbe esserci la pressione della Commissione Europea. Difatti quest’ultima ha scritto un documento rivolto al Parlamento Europeo e alla BCE. Scopriamo insieme i dettagli.
La Commissione ha visibilmente “criticato” la scelta di non imporre più determinate tasse. Per quanto gli riguarda infatti non esiste alcun motivo per non farlo. Ciò vuol dire una sola cosa: non bisogna escludere che già nella prossima riforma fiscale possa prendere forma questa disastroso idea.
Scendendo nei particolari, secondo le analisi dell’Agenzia delle Entrate
la tassa comprenderebbe ben 39 milioni di italiani. Basti pensare che da nord a sud risultano 57 milioni di proprietà immobili di cui il 60% sono prime case.Ovviamente bisogna attendere gli sviluppi definitivi prima di poter parlare. Ad ogni modo il Presidente Mario Draghi è conosciuto per la sua concretezza, dunque l’arrivo dell’IMU sulle prime case potrebbe divenire realtà tra non molto. Lo dimostrano anche le parole che ha pronunciato in Parlamento: “Negli anni recenti i nostri tentativi di riformare il Paese non sono stati del tutto assenti, ma i loro effetti concreti sono stati limitati. Il problema sta forse nel modo in cui spesso abbiamo disegnato le riforme: con interventi parziali dettati dall’urgenza del momento, senza una visione a tutto campo che richiede tempo e competenza”.