Rispetto al 2019 la vendita di mascherine in Italia è aumentata 100 volte tanto. Non solo nella quantità di pezzi acquistati, ma anche nel fatturato in euro. Questi sono i dati di Iqvia, fornitore di servizi e provider di dati in ambito farmaceutico e sanitario.
Ovviamente questo dato rispecchia la solerzia degli italiani nel rispettare le regole, ma la cifra che hanno speso per acquistare le mascherine è da urlo. Vediamo qual è e quali sono gli altri prodotti che hanno beneficiato di un aumento sugli acquisti mentre alcuni invece hanno subito un calo.
C’è da tenersi attaccati alla sedia leggendo la cifra che gli italiani nel 2020 hanno spesso acquistando mascherine in farmacia. Si parla infatti di 164 milioni di euro. Il dato comprende mascherine chirurgiche, Ffp2 e in stoffa lavabile.
Iqvia ha inoltre rilevato dal suo studio che il valore dal 2019 si è centuplicato sia nella quantità venduta che in fatturato. Anche perché, come tutti sanno, le mascherine in un primo momento videro schizzare alle stelle i loro prezzi così come disinfettanti
e guanti. Questi ultimi addirittura nei primi mesi di pandemia dal Covid-19 era spariti dal commercio.Oltre alle mascherine anche i disinfettanti per le mani sono hanno visto un aumento nelle vendite. Si parla di un 1125% in più rispetto al 2019. Senza parlare dei guanti che hanno subìto un incremento superiore al 100%, mentre i termometri un “modesto” 80,1% se paragonato alle mascherine e al disinfettante per le mani.
Chissà quali saranno i dati di vendita per il 2021 delle mascherine dopo lo studio pubblicato qualche settimana sull’uso della doppia mascherina per proteggersi meglio dal Coronavirus.
Infine anche gli integratori hanno visto un costante aumento soprattutto durante il periodo di lockdown. Utilizzati per sopperire all’assenza di passeggiate all’aperto e attività fisica. Al contrario, rispetto alle mascherine, il mercato generale della farmacia ha subito un calo. Si parla di -1,7% sul fatturato del 2019. Scendono infatti le vendite dei medicinali da prescrizione tra cui gli antibiotici che accusano una contrazione del 24%.