Nel marzo del 2015 nessuno si sarebbe mai immaginato l’arrivo nel mondo di un virus tanto letale: il coronavirus. Eppure Bill Gates ben 6 anni fa annunciò tali parole: «La prossima guerra che ci distruggerà non sarà fatta di armi ma di batteri. Spendiamo una fortuna in deterrenza nucleare, e così poco nella prevenzione contro una pandemia, eppure un virus oggi sconosciuto potrebbe uccidere nei prossimi anni milioni di persone e causare una perdita finanziaria di 3.000 miliardi in tutto il mondo».
Coronavirus: le parole premonitrici di Bill Gates
Il creatore di Microsoft parlava di un altro virus che diversi anni fa provocò più o meno la stessa strage. «L’Ebola ci ha offerto un vantaggio enorme, dal momento che il virus restava intrappolato nel corpo, e i malati erano presto ridotti al letto con scarsa possibilità di infettarne altri. Immaginate cosa succederebbe se una delle varianti della aviaria cinese cominciasse ad attraversare gli oceani insieme alle 30.000 persone che ogni giorno transitano dal Paese asiatico verso il resto del mondo».
Nello stesso momento, ulteriori riviste come Foreign Policy e The Atlantic avevano affrontato l’argomento della grande epidemia in arrivo. L’Organizzazione mondiale della sanità in una conferenza all’inizio del 2018 l’aveva addirittura chiamata “Disease X” (malattia X). La definì, per giunta, come «un elemento patologico sconosciuto, un virus di origine animale, capace di nascondersi nella fase di sviluppo iniziale, e di insinuarsi in vaste zone geografiche prima di essere identificato».
Bill Gates, dopo la previsione sull’attuale coronavirus, consigliò 3 cose. Invitò innanzitutto all’investimento collettivo sulla ricerca. Consigliò poi il rafforzamento dei sistemi sanitari nei paesi più deboli. Ma anche un’organizzazione dell’esercito di riservisti sanitari’ da mettere in campo al nascere della prossima epidemia.