Spesso si è parlato dei diversi pericoli che gli smartphone nascondono. Dalle radiazioni prodotte alle app spia svuota conto sono tutti rischi a cui ogni utente deve far fronte. Tuttavia ce n’è uno molto più serio che minaccia la salute di tutti, soprattutto dei più giovani. È la dipendenza dai social network. Ecco perché è cosi grave e quali sono rischi e conseguenze di quella che sta diventando una vera e propria patologia.
Se a campione dovessimo domandare ad alcuni giovani qual è la cosa a cui non si separerebbero mai, la risposta sarebbe: lo smartphone. Questo aggeggio ormai è diventato un’estensione del corpo umano. Ci si potrebbe dimenticare il portafogli a casa, o la patente, addirittura il gas acceso, ma mai e poi mai lo smartphone. Ecco perché, uno dei pericoli più gravi nascosti nel suo utilizzo è la dipendenza dai social network. Piccoli o grandi gli utenti sono spesso alla ricerca del post più accattivante, della foto migliore, dell’account con sempre più followers.
Alcuni dati hanno rivelato che in media ogni persona possiede più di uno smartphone. Si parla di 80 milioni di smartphone su una popolazione che in Italia conta 60 milioni di abitanti circa. Inoltre su 50 milioni di persone connesse a internet ogni giorno, 35 milioni stanno navigando sui social. Quindi, se la matematica non è un’opinione, si tratta di più della metà. Questo basterebbe a capire quanto la dipendenza dai social è più diffusa di quanto si possa pensare, senza parlare del tempo passato su di essi.
Dulcis in fundo, un altro dato che fa riflettere è che ogni utente possiede almeno 7 account diversi. Ai primi posti per iscritti ci sono Facebook e Instagram, seguono poi LinkedIn, Twitter e TikTok frutto di recenti polemiche.
La dipendenza dai social network sta colpendo maggiormente giovani e giovanissimi mettendo in serio pericolo la loro salute. Il problema non sta nell’essere connessi, ma nell’eccessivo tempo passato sui social. Le conseguenze sono una cattiva igiene del sonno, frequenti mal di testa da PC e sempre più giovani che non riescono a togliere lo sguardo dallo schermo.
In conclusione si vede necessaria un’educazione al digitale che insegni i limiti necessari affinché uno strumento utile non si trasformi in una pericolosa dipendenza.