Dopo giorni di bufera per la sospensione delle vaccinazioni con il preparato AstraZeneca, è atteso nella giornata di oggi il report disposto dall’EMA – l’Agenzia Europea per i Medicinali – volto a effettuare una revisione completa dei dati e valutare nuovamente la sicurezza del vaccino.
I rigidi controlli effettuati prima dell’immissione in commercio e della consegna ai vari Paesi che ne hanno acquistato le dosi avrebbero già dovuto garantire la totale sicurezza del vaccino in questione, ma l’allarmismo diffusosi in queste settimane circa le morti perlopiù causate da trombosi (ostruzione dei vasi principali per la presenza di coaguli di sangue) ha costretto l’EMA ad iniziare un nuovo confronto dei numeri di cui siamo attualmente in possesso.
Come già accennato dai vertici dell’EMA e dell’AIFA (l’Agenzia Italiana del Farmaco) a ridosso della sospensione, e confermato ieri, i numeri dei morti per trombosi nella popolazione vaccinata risultano perfettamente sovrapponibili a quelli riscontrati normalmente nella popolazione non vaccinata . Questo porterebbe a concludere che non vi sia una correlazione causale tra la somministrazione del vaccino e la morte dell’individuo. Non essendoci rapporto di consequenzialità, ma solamente una coincidenza temporale (ricordiamo che su 17 milioni di vaccinati con AstraZeneca in tutta Europa, il numero di morti si aggira attorno a 30 individui), il vaccino della casa anglo-svedese può in definitiva essere ritenuto sicuro.
Nel frattempo, però, si è diffuso il panico e dilaga lo scetticismo nei confronti di questo vaccino: sono in molti ad aver rifiutato (spesso con scuse di vario tipo) di sottoporsi alla somministrazione. L’ennesimo caso in cui delle decisioni puramente politiche dei leader europei (che non hanno certo contribuito a rassicurare la popolazione) interferiscono con lo svolgimento della campagna che avrebbe dovuto, invece, traghettarci fuori da questo incubo.