Ad oggi gli smartphone costituiscono un mezzo imprescindibile per svolgere le attività quotidiane. In alcuni momenti, però, da preziosi alleati possono rivelarsi dei veri e propri killer: è il caso di un cliente australiano che si è visto esplodere il proprio iPhone X in tasca, causandogli estese ustioni.
Nonostante il livello di sicurezza dei nuovi dispositivi sia decisamente superiore a quelli immessi in commercio fino allo scorso decennio, sembra ci sia ancora da lavorare per garantire ai clienti la massima tutela. Qualche anno fa faceva paura il caso degli smartphone Samsung, il che allontanò diversi potenziali acquirenti e disinnescò in parte l’ascesa inarrestabile che l’azienda sudcoreana pareva aver intrapreso.
A finire nel mirino, stavolta, è il colosso di Cupertino, ma per non creare panico e inutili allarmismi è opportuno analizzare a fondo la vicenda in questione.
La vicenda risale a 2 anni fa, ed è tornata alla ribalta in questo momento perché solo ora Robert De Rose , ricercatore dell’Università di Melbourne, ha deciso di sporgere denuncia a seguito del totale disinteresse di Apple nel rispondere alle sue richieste di delucidazioni.
Si trovava in ufficio quando l’uomo ha “sentito un debole suono scoppiettante seguito da un ronzio”, come riferisce a 7News, per poi percepire un forte dolore alla coscia destra e vedere del fumo nero fuoriuscire dalla propria tasca. L’iPhone appariva completamente fuori uso, la tasca si era bucata e l’ustione aveva interessato buona parte della pelle che risultava a contatto indiretto (attraverso il pantalone) con lo smartphone.
A distanza di 2 anni, dopo esser stato totalmente ignorato da Apple, il ricercatore ha deciso di affidarsi allo studio legale Carbone Lawyers di Melbourne per aprire un fascicolo in tribunale, costringendo così l’azienda a fornire finalmente le delucidazioni richieste.