Revenge Porn

È allarme Revenge Porn e a lanciarlo sono delle professioniste italiane di cybersicurezza che fanno parte di Women for Security. I dati lasciano di stucco. L’età media delle vittime si è abbassata notevolmente e si evidenziano casi già in età scolare.

Sono in molti a conoscere il fenomeno, si parla del 90% degli italiani intervistati a campione, ma è necessario fare di più. Ecco i dati della ricerca svolta da Women for Security pubblicata su ansa.it.

 

Women for Security lancia l’allarme Revenge Porn

Si tratta di un vero e proprio pericolo al quale occorre proteggersi. Il Revenge Porn è un vero e proprio abuso sessuale tramite immagini. Viene spesso definito “pornografia non consensuale”. Ciò che preoccupa sono le vittime che diventano sempre più giovani. Questo fenomeno è entrato prepotentemente anche nella fascia di età scolare e mette in serio pericolo la vita di chi lo subisce.

Nella ricerca svolta da Women for Security è emerso che il 14% degli intervistati, l’86% erano donne, hanno conosciuto almeno una vittima di Revenge Porn. Un’altro dato preoccupante è che, di chi ne è stato vittima, solo la metà ha sporto denuncia.

Vittime di Revenge Porn sono per lo più donne che vedono il loro corpo sfruttato e minacciato. Un’aspetto fondamentale per non cadere in questa nuova forma di violenza è la prevenzione. Dovrebbe essere fatta il primo possibile vista la giovanissima età delle vittime. Sono i dati a confermarlo: l’età di chi subisce il “reato” è tra i 15 e i 25 anni.

Cinzia Ercolano, fondatrice di Woman for Security, pone l’accento anche su un altro modo per combattere il fenomeno del Revenge Porn. “I dati raccolti indicano chiaramente che la strada da intraprendere per cercare di arginare il fenomeno è l’attivazione di campagne di sensibilizzazione all’utilizzo del digitale. L’età sempre più bassa delle vittime impone di prestare particolare attenzione alla fascia di popolazione in età scolare, a partire dalla quale è necessario iniziare a fare prevenzione“.

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FONTEAnsa
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