L’Osservatorio nazionale adolescenza parla chiaro: «Il vero problema di oggi, e soprattutto di domani, non è la dipendenza dalla tecnologia ma l’adescamento online (grooming) che è già in notevole crescita».
Su questo l’Osservatorio ha aperto una riflessione più che approfondita. I bambini di oggi fin dai primi anni di vita sanno come utilizzare uno smartphone. (E già questo dovrebbe preoccupare). Ciò che però passa particolarmente inosservato è il modo in cui questi navigano nel web. «I bambini sono sempre più iperconnessi e interconnessi. C’è un’eccessiva precocizzazione dell’utilizzo quotidiano della tecnologia fin dalla prima infanzia». Secondo l’Osservatorio la DAD non ha di certo aiutato in quanto ha avvicinato maggiormente i fanciulli alla rete, aumentando così i rischi di adescamento online soprattutto ai danni dei più piccoli.
Smartphone: un fenomeno in costante crescita
«Più di 2 bambini su 10 danno l’amicizia nelle piattaforme online che frequentano, a persone che non conoscono e quasi il 20% di loro interagisce con utenti sconosciuti, risponde ai loro commenti e ai loro messaggi», dice l’Osservatorio.
Quasi 3 bambini su 10 tra i 9 e i 10 anni hanno un profilo su TikTok, 1 su 10 della stessa età su Instagram e 1 su 10 ha un suo canale YouTube. Il 96% dei bambini guarda video su YouTube e il 43% su TikTok. Il 74% dei bambini usa le chat di WhatsApp per interagire con i familiari ma anche con gli amici, il 22% usa anche le chat di Instagram e di TikTok e il 40% quelle dei videogiochi. E così il pericolo negli smartphone cresce a dismisura.
Purtroppo però viene preso sotto gamba un dettaglio: il fatto che i bambini sino in grado di interagire in rete, non significa che sono protetti dai pericoli, al contrario.
Parla l’esperta Maura Manca
E lo sottolinea anche Maura Manca, presidente dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza: «Purtroppo tanti genitori e insegnanti si fanno ingannare dalla dimestichezza con la quale i bambini utilizzano gli strumenti tecnologici. Il fatto che sappiano usare uno smartphone e tutte le sue applicazioni, non significa che abbiano la consapevolezza di ciò che fanno e che siano pronti per un corretto utilizzo. Non sono in grado di riconoscere i pericoli della rete e di identificare quando qualcuno sta cercando di entrare nella loro cerchia di fiducia per adescarli. Il vero problema di oggi, e soprattutto di domani, non è la dipendenza dalla tecnologia ma l’adescamento online (grooming) che è già in notevole crescita».
La donna fa poi perno sull’importanza di «una costante e continua educazione digitale efficace. Per contrastare il grooming si deve insegnare ai bambini a non interagire mai con utenti sconosciuti, a non dare informazioni personali a nessuno, anche all’utente che sembra più amichevole e più in sintonia con loro».