Una decisione che si fa sempre più urgente, quella riguardante la nuova patrimoniale, che sta incalzando il Governo Draghi e costringendolo a prendere una posizione definitiva sul tema.
Appena un anno fa, a inizio pandemia, l’ex premier Conte esprimeva con sicurezza la propria contrarietà ad una simile misura in quel periodo. Il motivo? Non avrebbe incoraggiato gli investimenti in Italia e anzi avrebbe rischiato di far migrare anche coloro che possiedono grossi patrimoni nel nostro Paese.
A distanza di diversi mesi da quel momento, però, e con le nuove consapevolezze circa la difficile situazione economica attuale, inserire una tassa patrimoniale – purché ben studiata ed equilibrata – potrebbe rappresentare una via d’uscita da non sottovalutare.
Come riporta il giornale finanziario Money.it, non è possibile effettuare un’analisi corretta se non si premette che l’Italia risulta un Paese provato non soltanto dall’emergenza Covid, ma da 10 anni di scarsissima crescita
(intorno allo 0,2% annuo). Considerando poi i 100 miliardi di scostamento di bilancio già approvati, e i 20 miliardi ulteriori richiesti in questi ultimi mesi, appare chiaro come diverrà necessario rientrare nuovamente a bilancio pena conseguenze nefaste per il presente e il futuro del nostro Paese.Per questo motivo Super-Mario (come lo hanno acclamato in molti nei giorni antecedenti al suo insediamento come Primo Ministro) è stata scelta come la figura bipartisan in grado di dare avvio a tutte quelle riforme strutturali, tra cui la patrimoniale, che sul lungo periodo costituiranno la nostra salvezza.
Nonostante l’UE stia offrendo un sostanziale contributo all’Italia, che rappresenta il Paese che maggiormente usufruirà del Recovery Fund, quei soldi non saranno sufficienti a garantire l’uscita dell’Italia dal cono d’ombra in cui è finita da un decennio a questa parte.