Da diverso tempo Tecnoandroid sta segnalando innumerevoli casi di vishing, le truffe perpetrate ai danni dei clienti di alcuni istituti di credito. Molte non vanno a segno, mentre altre hanno fatto perdere somme da capogiro. Tuttavia dopo la denuncia di Federconsumatori, ora le banche hanno cominciato a pagare. Ecco cosa sta succedendo e perché gli istituti di credito sono in parte responsabili.
Un attacco vishing è una truffa messa a segno da dei cybercriminali. Tutto parte da un SMS che raggiunto il malcapitato lo invita a cliccare su un link per evitare di perdere i soldi sul conto. Il problema, ovviamente inventato e non reale, sarebbe un accesso anomalo alla Home Banking personale. Dopo aver aggiornato i suoi dati su una pagina web che pare identica a quella della sua Banca, il malcapitato viene raggiunto da una telefonata.
Ed è qui che la truffa vishing si realizza. Infatti i cybercriminali, sfruttando la tecnologia VoIP, riescono a clonare i numeri di telefono della sede o del call center della Banca stessa. Ora il finto operatore
, facendosi comunicare dei codici dal malcapitato che invece pensa di essere aiutato, riesce a farsi bonificare diverse somme di denaro.In sostanza pare che gli istituti di credito abbiano una certa dose di responsabilità in merito alle truffe vishing. Infatti una falla nei loro sistemi avrebbe permesso ai criminali di realizzare tutto ciò. Chiaro è che non sono certo loro i carnefici, ma un ritardo nel risolvere il problema ha fatto sì che diversi clienti perdessero somme anche importanti.
Federconsumatori però, come sempre, si è mossa per supportare le vittime cercando degli accordi in merito al caso Intesa Sanpaolo. Come ha spiegato Carmelo Benenti, presidente di Federconsumatori Milano.
“Dall’inizio della pandemia ad oggi i casi di vishing sono aumentati perché, anche a causa delle limitazioni degli spostamenti, gli utenti non erano stupiti di ricevere comunicazioni telefoniche dalla banca. Noi abbiamo attivato i protocolli di conciliazione che abbiamo sottoscritto con Banca Intesa, e stiamo riuscendo a definire positivamente le posizioni per gli utenti. Oggi, infatti, attraverso la conciliazione riusciamo ad evitare il rischio di causa e limitare i danni“.