Sembrerebbe un paradosso, ma nell’era del digitale le giovani generazioni stanno riscontrando serie difficoltà di attenzione e apprendimento. Nel rapporto tra Dad e studenti, questi ultimi hanno problemi di connessione. Tuttavia non si tratta di internet, ma il problema è mentale. Ecco tutte le sfide e le criticità che gli alunni affrontano con la didattica a distanza.
I giovani digitali hanno problemi di Dad
È paradossale, secondo un recente studio pubblicato su Orizzontescuola.it, i giovani stanno manifestando serie difficoltà legate alla Dad. Pare strano visto che dal primo lockdown i dati dimostrano un notevole incremento nell’utilizzo dei social network pari al 73%.
“Sul podio WhatsApp, utilizzato dal 99% degli intervistati, Instagram dal 94%, YouTube dall’86% e, infine, Tik Tok, utilizzato dal 66% degli intervistati. Soltanto il 17% dei genitori ha imposto limitazioni sulle ore trascorse allo smartphone, il 14% sui social il 13% sui videogiochi”.
Tuttavia pare che la Dad, ovvero la didattica a distanza, ai giovani alunni hi-tech non vada proprio giù. Secondo una ricerca portata avanti da “Parole O_Stili e Istituto Toniolo” insieme a “Ipsos” è emerso che il 40% degli alunni è drasticamente peggiorato nel rendimento scolastico.
Nondimeno più della metà dei ragazzi che segue le lezioni in Dad presenta notevoli difficoltà di attenzione e spesso si distraggono. Ora che è uscita anche l’app sabota riunioni Zoom Escaper chissà cosa succederà ai poveri professori. Scherzi a parte la situazione comunque appare pericolosa.
In gioco ci sono le capacità tecniche che i ragazzi possono apprendere solo sviluppando una forte propensione verso questo nuovo metodo di apprendimento. Anche se l’utilizzo di strumenti digitali ha suscitato interesse, questo per molti non è stato tradotto in voglia di studiare.
Ciò nonostante c’è anche un nutrito gruppo di studenti che di loro iniziativa ha sfruttato questa occasione. Non solo hanno approfittato di un nuovo modo di fare lezione, ma hanno anche cercato occasioni extra scolastiche per fare ricerche e lavori di gruppo. Insomma ci vuole sempre impegno e una dose di iniziativa per far sì che il nuovo possa trasformarsi in un’opportunità.