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Secondo un recente studio portato avanti da pCloud, l’applicazione per smartphone di Instagram è tra le più invasive presenti sul mercato. La scoperta in sé è stata fatta semplicemente analizzando le etichette sulla privacy che Apple ha richiesto obbligatoriamente per funzionare nell’ecosistema iOS; ovviamente queste valgono anche per quello Android anche se non sono scritte nero su bianco.

Le parole del portavoce di pCloud: “Qualsiasi informazione che accetti di raccogliere da un’app al momento della registrazione può essere analizzata a loro vantaggio e persino condivisa. Tutto, dalla cronologia di navigazione, alla posizione, ai dettagli bancari, ai dettagli di contatto e ai livelli di forma fisica può essere prezioso per le app da archiviare, utilizzare o vendere. Con oltre 1 miliardo di utenti attivi mensilmente, è preoccupante che Instagram sia un hub per la condivisione di una quantità così elevata di dati dei suoi utenti inconsapevoli”.

 

Instagram troppo invasiva

Se Instagram si merita questo primato, anche l’app di Facebook non è da meno tanto che apparentemente il 57% delle informazioni raccolte vengono cedute direttamente ad altre compagnie. Anche alcune app per la consegna del cibo sono così e tra queste c’è Deliveroo. Per fortuna però non tutte le applicazioni sono così e molto garantisco una privacy molto ampia, a tutto tondo.

Se Instagram è la peggiore, tra le migliori troviamo Telegram e Netflix. Su quest’ultima non ci sarebbe da stupire visto che le entrate del suddetto sono tramite gli abbonamenti. Il problema è quando un servizio è gratuito. Nel momento in cui lo è, un modo per guadagnare deve essere trovato. Da questo punto di vista quindi Telegram è da premiare.

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