La terminologia e-waste si utilizza per fare riferimento ai rifiuti elettronici, prodotti scartati ma che, potenzialmente, sono ancora funzionanti e che, lasciati incustoditi nell’ambiente rappresentano un problema ecologico di vasta portata. Recuperare metalli da smartphone ed altri dispositivi elettronici è sicuramente un lavoro duro, complicato e dalle notevoli implicazioni etiche. Stiamo parlando di rifiuti la cui produzione potrebbe aumentare sino ad arrivare a 75 milioni di tonnellate annue globali sino al 2030. Per tale ragione è importantissimo riciclare i rifiuti elettronici.
A dimostrare l’importanza del riciclaggio dei rifiuti elettronici è uno studio pubblicato sulle pagine della rivista Materials Horizons. La ricerca in questione riporta la firma di un team di ricercatori dell’Iowa State University (USA) nella quale viene ricalcato il fatto che, nel mondo, meno del 20% dei rifiuti elettronici viene riciclato. Buona parte dell’e-waste che non si ricicla finisce nelle discariche a cielo aperto dell’Africa o dell’Asia
dove gli abitanti si intossicano bruciando e sciogliendo nell’acido i circuiti dei nostri vecchi smartphone, tablet, pc eccetera. Il tutto, allo scopo di estrarne metalli preziosi.Ma proprio in questo quantomai desolante quadro umanitario si inserisce il nuovo sistema proposto dai ricercatori americani per riciclare i rifiuti elettronici. Si tratta di una nuova tecnologia di estrazione di metalli preziosi dall’e-waste mediante un processo di ossidazione controllato. Con tale processo, il sistema di riciclaggio consente di separare i metalli che si trovano all’interno dei circuiti. È un meccanismo piuttosto economico e che può essere facilmente condotto a temperature relativamente basse, comprese tra 270 e 370°C.
Si tratta di una vera e propria novità che consentirà di riciclare completamente i rifiuti elettronici impedendo, allo stesso tempo, il rilascio di gas tossici a seguito dei processi di combustione utilizzati per l’estrazione dei metalli preziosi contenuti negli e-waste.