Il 15 marzo qualcosa di luminoso ha acceso i cieli con una scia fluorescente. Trattasi di un frammento di meteorite di circa un chilogrammo. Ma dove è finito? Sembra sia stato ritrovato esattamente in un paesino del Molise chiamato Temennotte di Sant’Agapito (IS). L’ipotesi più che corretta è stata lanciata dai ricercatori della Rete Prisma, Prima Rete per la Sorveglianza sistematica di Meteore e Atmosfera in seguito alle analisi effettuate sul frammento con l’aiuto dell’Istituto nazionale di astrofisica.
“Dall’incrocio dei dati – riferisce il sito della Rete Prisma – risulta che il piccolo corpo celeste è entrato in atmosfera a una quota di circa 80 km e ha proseguito per una lunghezza totale di 61 km percorsi in 5.3 secondi con una inclinazione di 84°, una traiettoria quasi verticale. L’altezza e la velocità finale è risultata rispettivamente di 19,8 km e di soli 2,8 km/s, valori che depongono a favore per l’arrivo al suolo di un meteorite con massa stimata di circa 1 kg (un meteorite di circa 8 cm se la densità è di 3.5 g/cm3)” conclude la nota.
In un’intervista il professore Daniele Gardiol, Primo Tecnologo dell’Inaf, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, e coordinatore nazionale della rete Prisma, ha parlato della frequenza della caduta dei corpi celesti
(come meteoriti) in Italia: “Se pensiamo alle stelle cadenti, che però sono polvere lasciata perlopiù dalle comete, possiamo dire che è abbastanza frequente. Diverso è con oggetti più grandi, questo è di circa otto centimetri, decisamente più rari. Episodi simili si verificano una volta in un anno, in Italia. Per noi, è il quarto caso in quattro anni” spiega Gardiol. Il ricercatore ha poi aggiunto: “Sono importanti per lo studio della Terra e della nostra vita. La gran parte degli oggetti asteroidali non si è modificata molto dalla nascita del sistema solare. Ci portano materiale primordiale. Avere più meteoriti a disposizione consente di studiare l’evoluzione del sistema solare e verificare anche la validità dei nostri modelli”.