I proprietari di auto Tesla dunque si sono visti costretti a parcheggiare il proprio mezzo di trasporto al di fuori dei centri governativi per garantire la segretezza dei propri impianti. Una scelta che ha fatto molto discutere e a cui Musk non ha mancato di rispondere, soprattutto per difendere le proprie auto dall’accusa mossa.
La decisione del governo cinese potrebbe risultare una brutta batosta per la casa automobilistica, soprattutto in virtù di un mercato che rappresenta circa un quarto delle sue vendite
. Per di più se l’accusa mossa si dovesse rivelare fondata le ripercussioni non si limiterebbero al solo mercato cinese. Insomma una situazione spinosa che richiede una presa di posizione e delle dichiarazioni abbastanza precise.Ecco allora che la risposta di Elon Musk, com’è ovvio che sia, non si è fatta attendere; ecco le sue dichiarazioni al riguardo: “Un’azienda sia cinese o americana se si prestasse a fare spionaggio subirebbe degli effetti molto gravi. Se la Tesla utilizzasse le sue auto per fare spionaggio in un paese, verrebbe vietata anche in altri, e questo è un forte incentivo a garantire la confidenzialità dei dati“.