L’app di contact tracing Immuni sta diventando sempre più marginale in seguito ad un crollo abbastanza palese dei download durante il 2021. Il numero di tracciamenti sicuri è stato basso, facendo sorgere dei dubbi su quanti utenti sono davvero attivi.
Il download dell’app è avvenuto 10.387.000 volte in tutto, ma solo 11.000 volte tra il 18 e il 24 marzo. Dunque, dei passi in avanti fin troppo piccoli, che difficilmente consentiranno al sistema lanciato dal governo Conte di andare avanti. È inoltre servito a pochissimo il via libera del Garante della Privacy sull’inserimento autonomo del codice univoco nazionale (Cun) per andare ad avvisare i propri contatti in caso di positività.
Immuni: cosa ne sarà dell’app? Il governo Draghi ci crede ancora
In base a dei dati aggiornati, gli utenti che hanno notificato la positiva ad immuni sono stati 15.000, ossia lo 0,43% dei positivi dall’inizio della pandemia. In rapporto agli abitanti, è del 19,6% la percentuale dei download, ma nonostante ciò il governo Draghi ripone ancora fiducia in quest’app per contenere il contagio. Di fatto, il DPCM del 2 marzo menziona l’app Immuni: “Al fine di rendere più efficace il contact tracing attraverso l’utilizzo dell’App Immuni è fatto obbligo all’operatore sanitario del Dipartimento di prevenzione della azienda sanitaria locale, accedendo al sistema centrale di Immuni, di caricare il codice chiave in presenza di un caso di positività”.
È da dire, però, che nessuno sta pubblicizzando sul serio l’app, e molti si stanno chiedendo quale sarà la sua fine. L’esperto in diritto dell’informatica e presidente di Anorc Professioni Andrea Lisi, ha espresso il suo pensiero in merito alla situazione: “Oggi raccogliamo i cocci di una soluzione che invece, se ben sviluppata all’inizio, avrebbe potuto aiutarci in un periodo come questo. Ma la confusione è stata imperante”. Secondo il giurista, anche l’impatto dal punto di vista della privacy ha portato ad una confusione intorno all’app.