Il suo nome è “ping call”, e si tratta della truffa telefonica più diffusa in questo momento. A restarne vittima sono numerosi utenti che, ricevendo una chiamata di pochi secondi o trovando la notifica di quella persa, finiscono per rimetterci anche 10 o 15 euro di credito telefonico.
L’allarme circa il raggiro è stato lanciato da diversi mesi, ma non tutti gli utenti sono a conoscenza di questa nuova modalità impiegata per svuotare il credito residuo e ne cadono vittima.
Cosa succede esattamente? Si riceve una chiamata, generalmente da un prefisso inglese, tunisino o di altri Paesi (talvolta anche dalla stessa Italia), che dura appena qualche secondo prima che la comunicazione venga interrotta dallo stesso chiamante. Pochi istanti di silenzio, per indurre l’utente a ricontattare il contatto in questione. Ignaro, però, del fatto che si tratti in realtà di un numero a pagamento, che in una manciata di minuti può azzerare il credito residuo.
Il problema si pone soprattutto per quegli utenti che hanno numerosi contatti con l’estero o che non sono particolarmente informati su questo tipo di raggiri.
Un servizio de Le Iene ha svelato il funzionamento della truffa a tutti i cittadini, dimostrando che una chiamata di appena 27 secondi avesse già scalato ben 3 euro dal credito residuo.
Talvolta chi è dall’altra parte della cornetta mette la chiamata in attesa, così da lasciare l’utente in linea e continuare a prelevare credito dalla sua SIM.
Il peggio, però, arriva a chi ha opzioni di ricarica automatica attive: in quel caso, il credito residuo scalato viene presto ripristinato. Se si cade più volte nel tranello, si rischia di vedere intaccato notevolmente il proprio saldo sul conto corrente.
Per evitare di restare invischiati nelle trame di questa truffa, è importante non richiamare questi numeri quando la comunicazione viene interrotta dall’altro capo del telefono. Se si trova invece la chiamata persa, basta ignorarla.