Non tutte le persone che contraggono l’infezione dal nuovo coronavirus SARS-CoV-2 sviluppano la COVID-19 con la stessa gravità. Infatti, alcuni soggetti sviluppano forme particolarmente gravi della malattia con sequele che durano anche per molti mesi dopo la risoluzione della stessa mentre altre persone, sviluppano una COVID-19 in forma leggera che si risolve in poco tempo. Però, sembra che anche nelle forme di COVID-19 leggere i pazienti manifestino per mesi disturbi cognitivi e dell’umore.
A dimostrarlo è uno studio pubblicato sulle pagine della autorevole rivista scientifica Annals of Clinical and Translational Neurology. Lo studio in questione riporta la firma di un team di ricercatori del Northwestern Memorial Hospital di Chicago. Nello specifico, gli scienziati hanno seguito un centinaio di persone affette da long-COVID che avevano riportato sintomi neurologici da almeno sei settimane. Per long covid si intendono le conseguenze patologiche legate all’infezione e alla successiva negativizzazione del soggetto. L’85% dei pazienti con COVID-19 in forma leggera esaminati, sulla carta guariti dalla malattia, presentava quattro o più disturbi neurologici riconducibili alla malattia come annebbiamento mentale, mal di testa e confusione mentale.
Secondo gli scienziati, molti di questi sintomi sarebbero riconducibili a quelli che si manifestano in seguito ad una commozione cerebrale. Anche se lo studio ha preso in esame un campione poco rappresentativo è stato comunque utile poiché si inserisce in una dibattito più ampio in corso negli USA, cioè quello sulla necessità di comprendere più a fondo le cause del long covid e offrire un’assistenza adeguata a chi ne soffre. La COVID-19 anche se in forma leggera può comunque avere sequele importanti nel lungo termine. Per tale ragione, è necessario che ognuno di noi osservi attentamente le norme anti-covid in modo da ridurre la diffusione di questo patogeno e la possibilità che insorga la malattia.