Banche

Forse si tratta di paura per il futuro o semplicemente impossibilità a fare acquisti. Comunque resta il fatto che, a seguito della pandemia da Coronavirus, i risparmi degli italiani aumentano. O meglio, sono fermi, congelati nelle banche che si trovano sempre più in difficoltà e spingono per chiudere questi conti correnti stagnanti.

Purtroppo i continui lockdown, ovviamente motivati da un costante aumento dei contagi da Covid-19, non stanno facendo bene all’economia. Infatti sono molti i soldi che almeno un anno fa erano destinati per esempio ai viaggi, mentre oggi sono lì fermi. Non certo sotto il materasso, ma nelle banche, in quei conti che vedono solo accrediti e mai spese. Addirittura diversi che avevano richiesto finanziamenti mantengono la somma liquidata lì congelata. Ecco cosa sta succedendo tra le fila degli istituiti di credito e quale potrebbe essere lo scenario futuro per molti correntisti.

 

Soldi congelati: le banche seguono la strada della chiusura dei conti correnti

La Bce auspica le banche a soluzioni urgenti che spingano gli utenti a muovere quel denaro che per paura ora si trova fermo sul conto corrente. Fineco, chiudendo i conti correnti di chi ha più di 100 mila euro congelati, sta facendo da pioniera di una scelta discutibile, ma forse necessaria. Già diversi Paesi come Svizzera, Germania, Francia e Danimarca agiscono sui tassi negativi fermi a deposito.

L’Italia sembra muovere i primi passi e lo scenario che si apre è la possibile chiusura di quei conti correnti da parte delle banche. Perché sono necessarie misure così estreme? Così si è espresso Antonio Amendola, Fund Manager di Equity Italia ed Europa.

Per gli istituti di credito la liquidità in giacenza è diventata un ulteriore problema che aggredisce la redditività. La Bce finanzia le banche generalmente con un tasso a zero, ma gli istituti di credito per poter restituire prontamente i capitali in giacenza debbono investire la liquidità in strumenti a breve termine o depositarla presso la Bce, soluzioni che hanno un costo. I Bot a due anni costano alla banca (rendimento negativo) lo 0,41%, la cassaforte di Francoforte lo 0,5%“.

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FONTEil Giornale
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