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Marijuana: scoperto dai carabinieri un vivaio alimentato con energia rubata

A scoprire un vivaio di marijuana a Brozolo, nel torinese, sono stati dei Carabinieri. I militari, durante un normale posto di blocco, sono stati insospettiti da un forte odore che proveniva da un casolare vicino. Da lì la scoperta di una vera e propria “azienda” produttrice di erba, ma non medica.

Una fabbrica di marijuana completa di tutti gli strumenti necessari per la coltivazione. Realizzata nei minimi dettagli, i Carabinieri hanno scoperto che vi erano circa 600 piante alte più di un metro e mezzo. Al suo interno c’era tutto il necessario per farle crescere forti e robuste. Distribuite in sei comode stanze le piantine di marijuana erano dotate di tutti i confort.

 

Energia rubata per coltivare piante di marijuana

Sono quattro le persone finite in manette. Si tratta di un italiano e tre albanesi. Il reato imputabile potrebbe essere coltivazione e spaccio di marijuana. Ma non è tutto.

Infatti da quanto si apprende dalle indagini e dai rilievi saranno molto probabilmente accusati anche di furto

. Questo perché gli investigatori hanno accertato che gli impianti realizzati per la coltivazione di marijuana si alimentavano con energia elettrica rubata dalla rete pubblica. Ciò garantiva ai quattro malviventi ancora più guadagno sapendo quanto incida la corrente in questa attività illecita. Basti pensare agli impianti ad aerazione, umidificatori, condizionatori e lampade UV per garantire una coltura ai massimi livelli.

Il casolare si trova a Brozolo, un paesino del torinese che conta circa 436 abitanti a circa 400 metri di altitudine. A intervenire sulla scena scoprendo le piantine di marijuana sono stati i Carabinieri delle stazioni di Cavagnolo e Verolengo. La fabbrica è ora stata sequestrata dalle forze dell’ordine che proseguiranno nelle indagini cercando di scoprire chi erano i destinatari della merce.

Purtroppo dietro ciò si nasconde una fitta rete criminale. Non sono solo le piante di marijuana a preoccupare bensì tutta la filiera che arriva a chi spaccia il prodotto finale.

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Pubblicato da
Osvaldo Lasperini