Vi sono batteri che sono in grado di produrre idrogeno. Si tratta di forme di vita microscopia che, molto presto, potrebbero diventare delle vere e proprie “biofabbriche” che verrebbero alimentate grazie all’energia solare.
A dimostrarlo è uno studio pubblicato sulla celebre rivista Angewadte Chemie International Edition. La ricerca in questione riporta la firma di un team di scienziati dell’Istituto di Tecnologia Chimica e Biologica dell’Università di Lisbona. Nello specifico, i ricercatori portoghesi hanno ipotizzato che indurre i batteri produttori di idrogeno a produrre nanoparticelle di metalli semiconduttori che ne aumentino la capacità di catturare la luce potrebbe rappresentare il metodo migliore per trasformare questi microrganismi in delle vere e proprie biofabbriche.
L’obiettivo di trasformare i batteri produttori di idrogeno in biofabbriche è quello di sviluppare bioibridi nei quali combinare l’alta efficienza catalitica e la specificità dei sistemi biologici con materiali sintetici
che hanno eccezionali performance nel catturare l’energia solare o elettrica. Si tratta di un interessantissimo campo di ricerca in forte espansione, una scoperta che apre le porte all’economia verde dell’idrogeno. La strategia più promettente, infatti, è quella di combinare batteri intatti con nanoparticelle prodotte sulla loro superficie che permettono un trasferimento diretto di energia tra loro.Per il loro lavoro, gli scienziati portoghesi hanno messo alla prova tre sistemi bioibridi sviluppati a partire da tre diversi tipi di batteri i quali hanno dimostrato tutti di essere in grado di produrre idrogeno sfruttando l’energia solare. Ma tra tutti un batterio in particolare, il Desulfovibrio desulfuricans, ha dimostrato di essere il maggior produttore di idrogeno. Questo batterio contiene infatti una grande quantità dell’enzima idrogenasi che produce idrogeno e, inoltre, è particolarmente efficiente nel produrre le nanoparticelle capaci di catturare la luce.