Un medico, infermiere o farmacista contrario al vaccino andrà incontro a demansionamento, sospensione dall’ordine professionale, cessazione dello stipendio. Mario Draghi ha inserito nel decreto legge l‘obbligo della vaccinazione anticovid per tutte le categorie che hanno a che fare con pazienti malati e fragili. Quando si concluderà questa decisione?
L’obbligo sarà in vigore fino al 31 dicembre 2021. Ci vorrà un po’ prima che tutti i sanitari si sottoporranno alla dose. Qualora vi dovesse essere un riscontro contrario, le conseguenze non saranno affatto leggere.
L’obbligo riguarda “le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali sono obbligati a sottoporsi a vaccinazione gratuita per la prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2”. La vaccinazione diventa un requisito “essenziale all’esercizio della propria professione”.
Una volta ricevuti i nominativi degli iscritti, le Regioni verificheranno dalla lista chi non si è vaccinato. A quel punto, le persone contrarie verranno contattate direttamente dalla Asl, che chiederà loro di effettuare un certificato di avvenuta vaccinazione entro cinque giorni (qualora fosse già stato fatto). Una volta scaduti i cinque giorni scatterà l’invito a vaccinarsi.
Non finisce qui, perché oltre i tempi imposti, le aziende sanitarie locali avviseranno il soggetto, il suo datore di lavoro e l’ordine professionale a cui appartiene. Scatterà quindi la sospensione dall’ordine, l’incarico a mansioni differenti sul posto di lavoro, con eventuale riduzione dello stipendio. Nel caso in cui l’occupazione non dovesse mettere a rischio i pazienti, dunque non sia possibile il demansionamento, arriverà la sospensione dal lavoro.