banche Spesso si parla di lotta al cambiamento climatico tuttavia raramente si considera il peso che  le banche hanno in questa problematica. Il ruolo delle banche nel mondo contemporaneo è senza dubbio di primo piano. I principali istituti di credito ormai non si limitano a conservare i soldi dei risparmiatori per ricavare un utile sulle transazioni; il denaro depositato infatti viene spesso investito per cercare di rimpinguare le già gonfie tasche di questi enti.

Nulla di strano fino a qui, se non fosse che molte di queste operazioni finiscono per finanziare attività come la produzione di armi e l’industria fossile. Due dei mercati che più stanno arrecando danni al nostro pianeta sia a livello ambientale che sociale.

Banche: cosi gli istituti di credito finanziano armi e combustibili fossili

 

Secondo la relazione redatta dal mistero dell’Economia e delle Finanze sembra che la produzione di armi abbia beneficiato di circa 10 miliardi di investimenti da parte delle banche. Tra la principali banche attive in questo settore troviamo colossi come Unicretdit e Intesa Sanpaolo. Per quanto riguarda l’estrazione e la produzione di combustibili fossili la situazione è anche più grave.

Dal 2015 infatti, dopo gli accordi sul clima stipulati a Parigi, gli investimenti su quello che può tranquillamente essere definito il settore più inquinante al mondo hanno sfiorato 2’700 miliardi di dollari. Se ci si vuole limitare all’ultimo anno invece gli investimenti sono aumenti del 34% per l’estrazione avvenute nell’Artico. Se si prende in esame gli investimenti complessivi invece si registra un incremento del 134%; dati davvero incredibili e allarmanti se si pensa al sempre più pressante problema del climate change e battaglia in atto per il passaggio a una mondo più green.

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