La notizia arriva da un interessante articolo di Riccardo Luna su Repubblica attraverso il quale, iniziando da una sua personale esperienza, narra la storia dell’intelligenza artificiale. In questo caso però legata alla possibilità effettiva che questa possa rubare la voce di chiunque.
“Quando scrivo qualcosa, in una finestra aperta su una pagina web dedicata, il computer lo ripete e parla come se fossi io: la mia voce, il mio timbro, l’intonazione. Identici”. Così Luna inizia il suo racconto. Prosegue poi narrando l’operazione che ha subito a una corda vocale e di come questa funzione possa essergli davvero utile. Ma siamo certi che tale innovazione nell’intelligenza artificiale sarà sempre e soltanto positiva?
La nostra risposta a quest’ultima domanda è un “dipende“. Questo perché ci possono sempre essere margini di errore interpretativi. Resta comunque il fatto che l’intelligenza artificiale potrebbe trasformarsi in un’arma a doppio taglio.
Utile, incredibilmente tecnologica e un’amica con cui passare il tempo. Ma te lo fa anche risparmiare e può rendere reale ciò che non lo è. Proprio da questi due aspetti
vogliamo partire per avvalorare la tesi secondo la quale l’IA potrebbe nascondere dei pericoli futuri.Partiamo dalla capacità dell’intelligenza artificiale di rendere reale ciò che non lo è. Effettivamente questo aspetto, se utilizzato per fini nobili è davvero interessante. Con la realtà aumentata e in tempo di Covid-19 fare riunioni dove sembra di essere in presenza è davvero fantastico. Proprio Microsoft ha recentemente presentato questa tecnologia. Ma che dire dei deepfake, video nei quali viene riprodotta l’esatta voce di una persona facendogli dire e fare ciò che realmente non ha commesso? Tutti ricordano il caso di quella mamma che realizzò falsi video pornografici dove le protagoniste erano ragazze minorenni che in realtà non avevano fatto nulla.
Che dire invece del risparmio di tempo che è denaro? Pare che l’intelligenza artificiale possa essere una soluzione anche per il doppiaggio in film, serie TV e documentari. Quanti posti di lavoro si perderebbero? Amazon e Google ci stanno lavorando e chissà se le cose cambieranno anche nel “mondo di Hollywood”.