Per passaporti vaccinali si intende passaporti digitali che mostrano se si è positivi al Covid-19, immuni o vaccinati.
La tecnologia è attualmente in fase di sperimentazione. Inizialmente il governo potrebbe decidere di testarla in luoghi affollati, ad esempio raduni come quelli che si creano durante una partita di calcio.
Cos’è esattamente un passaporto vaccinale?
Il passaporto vaccinale sarà disponibile direttamente sul proprio smartphone. Sarà simile allo scanner per i codici QR già utilizzato da altre app. L’intento è facilitare i viaggi internazionali e l’apertura delle attività commerciali.
Il passaporto non sarà obbligatorio in tutte le zone. Negozi, trasporti pubblici e servizi essenziali non richiederanno il passaporto, ma teatri, club, festival ed eventi sportivi potrebbero averne bisogno. Il Regno Unito non è l’unico paese che sta testando questa potenziale nuova tecnologia. Paesi europei tra cui Grecia, Spagna e Portogallo sperano che i passaporti per i vaccini arriveranno presto.
Come funzionerà?
Michael Gove ha suggerito che il Regno Unito potrebbe trarre ispirazione da un programma per “passaporto vaccinale” usato in Israele, il quale adopera un’app per smartphone. “L’approccio israeliano prevede un’app. Non dobbiamo escludere coloro che non hanno uno smartphone, quindi stiamo esplorando le possibilità alternative”. La privacy e la sicurezza dei dati sono fondamentali.
Quali sono le preoccupazioni?
Alcuni gruppi per i diritti umani hanno espresso riserve sui passaporti vaccinali perché temono che siano un problema per i nostri dati e anche discriminatori. “Non dovrebbero essere usati per negare alle persone l’accesso ai servizi generali, alle imprese o al lavoro”.
La tecnologia è sicura?
Come accennato poco fa “I dati sulle vaccinazioni potrebbero essere utilizzati in modi non previsti o sfruttati a fini commerciali. A sua volta, questo rischia di esporre le persone a discriminazioni e altre conseguenze negative”. Questo il pensiero di alcuni.
Secondo quanto riferito, l’app di Israele, utilizzata come esempio da Michael Gove, presentava problemi di sicurezza perché utilizzava un codice obsoleto. “Hanno anche utilizzato una crittografia che non è necessariamente una crittografia di prim’ordine. L’hanno fatto molto rapidamente.”
Una soluzione diversa sarebbe quella di utilizzare un sistema decentralizzato, in cui le informazioni non sono archiviate su un server ufficiale ma sui dispositivi stessi. Concludendo, quel che sembra un’idea avventata, poco sicura e di dubbia validità, potrebbe in realtà essere un aiuto fondamentale per ricominciare, per andare avanti nonostante il virus. Basterà prestare la massima attenzione alla procedura utilizzata.