Siamo alle solite, per l’ennesima un Big del web ha oscurato un canale di una testata giornalistica. La vittima è YOUng che si è vista cancellare anche una sua inchiesta giornalistica. Si tratta di un errore o Google ci tappa la bocca? Ecco il caso segnalato da Repubblica.
Google cancella un’inchiesta di YOUng su Matteo Pittaluga
Germano Milite, direttore responsabile della testata giornalistica YOUng, ha denunciato un provvedimento di Google alquanto singolare. Il Colosso di Mountain View ha cancellato il canale della sua testata giornalistica. Inoltre ha anche de-indicizzato un’inchiesta su Matteo Pittaluga, famoso per proporre corsi e consulenze online. Secondo quanto indicato nell’articolo questo businessman farebbe soldi con troppa facilità attraverso queste attività. Milite avrebbe indicato le sue modalità sospette e ingannevoli per i clienti.
Il Pittaluga, non avendo apprezzato, ha quindi segnalato la pagina e l’articolo. A quanto dice Milite “con il pretesto infondato di violazione del copyright, Pittaluga ha ottenuto la censura della nostra inchiesta“. Google, alla richiesta di spiegazioni da parte di Repubblica, ha risposto di aver ripristinato la pagina, ammettendo di aver commesso un “errore“.
A Repubblica arrivano le giustificazioni, ma gli errori stanno diventando troppi
Ecco la conferma di Google pubblicata su un articolo di Repubblica che si giustifica invocando l’errore.
“Rivediamo periodicamente tutte le contro notifiche per violazione di copyright per identificare segnali di possibili abusi. Il canale di YOUng era stato chiuso nel corso di questo processo. Dopo un’ulteriore revisione, abbiamo rilevato che si è trattato di un errore e abbiamo prontamente ripristinato il canale. Ci scusiamo per l’inconveniente”.
Tuttavia a seguito di un’ulteriore segnalazione mossa da un socio del Pittaluga, Google ha di nuovo chiuso il canale. Forse lo riaprirà visto che dovrebbe trattarsi dello stesso errore? Occorre però ricordare a lor signori che sbagliare è umano, ma perseverare è diabolico.
Per chi fosse interessante ecco il link dell’inchiesta sul Pittaluga.
Un caso simile successe all’app del Manifesto che misteriosamente a gennaio scomparve dal Play Store. Il motivo? Google non si fidava che fosse un giornale vero e proprio. Forse dopo gli accordi con alcuni editori per News Showcase, ha cambiato idea. Anche Twitter si era macchiato di un “crimine” simile sospendendo l’account di Libero per 14 ore. L’accusa mossa era di “attività sospetta“.
Pare sia davvero minacciosa la libertà di stampa per questi “grandi del web”. Peccato che a volte passano fake news di chi non è del mestiere mentre vengono censurate inchieste di chi nel mondo del giornalismo ci lavora da anni.