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Banche: ci stanno chiudendo i conti, lo possono davvero fare?

Ormai è risaputo, anche all’estero, che l’italiano medio è un risparmiatore. Questo ancora prima delle difficoltà arrivate poi con la pandemia da Covid-19. Le costanti incertezze di mercato, i continui lockdown e un’economia in caduta libera, hanno portato gli italiani non solo a risparmiare, ma anche a spendere molto meno. Le banche hanno accusato il colpo. Sono calate le forme di investimento, si sono fermate molte richieste di finanziamento e chi le aveva richieste le hanno lasciate lì, inutilizzate.

Tutto questo ha portato alcune banche a prendere una decisione: chiudere i conti correnti. Ma lo possono davvero fare? Ecco cosa sta succedendo a molti clienti e perché.

 

Ha iniziato Fineco e ora altre banche la stanno imitando: al via la chiusura di molti conti

Chi deve preoccuparsi in merito alla possibilità che il proprio Istituto di Credito possa decidere di chiudergli il conto? È bene precisare che tali operazioni estreme stanno colpendo chi ha depositati più di 100 mila euro senza avere attivi servizi necessari a dar loro un certo movimento. Ecco quindi che le banche stanno impugnando la “Proposta di modifica unilaterale

di contratto ai sensi dell’art. 118 del decreto legislativo n. 385/9″.

Tutto ha avuto inizio con Fineco, quando alcuni clienti si sono visti recapitare l’avviso che il loro conto sarebbe stato chiuso. Un pioniere insomma che ha inviato dapprima una lettera in carta intestata seguita poi da una raccomandata o una email nel formato PEC. Altre banche invece hanno aggiunto commissioni sulle giacenze superiori ai 100 mila euro. Ad esempio Unicredit, per aziende e partita iva, ha introdotto un +0,5% alle somme depositate. Ai privati invece sta proponendo diverse forme di investimento.

Bpm invece ha saputo far di meglio addebitando 1000 euro sulle giacenze medie trimestrali che superano il milione di euro. Insomma alle banche non manca certo la fantasia per risolvere i problemi. Sí perché la Banca Centrale Europea impone tassi negativi in queste situazioni spingendo quindi le banche a convincere i propri clienti a muovere il denaro stagnante.

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Pubblicato da
Osvaldo Lasperini