Nel processo produttivo di veicoli ibridi ed elettrici uno dei componenti che incide di più sono proprio le batterie auto. Non solo i costi di queste influiranno sul prezzo finale del prodotto, ma anche la sua tecnologia, lo spazio sfruttabile per le varie componenti e altro dipendo da loro. Pare che siano in progetto delle batterie auto flessibili. Pensare ad una soluzione così risolverebbe diversi problemi e aprirebbe nuovi orizzonti nella progettazione dei veicoli anche a livello estetico. Si tratta di una possibile realtà o è semplice fantasia? Scopriamolo in questo articolo.
Se qualcuno leggendo l’introduzione avesse qualche dubbio, possiamo confermare che le batterie auto flessibili sono una possibile realtà. Occorre però precisare sono le celle ad essere flessibili o pieghevoli. Una novità questa davvero interessante se si pensa che ad oggi gli accumulatori al litio vengono forniti in strutture standard e soprattutto rigide.
A portare avanti questa ricerca sono alcuni scienziati dell’Istituto di Tecnologia Karlsruhe in Germania. Questo progetto è stato ribattezzato AgiloBat a ricordare l’obbiettivo finale. Oggi l’esigenza è quella di poter adattare un’unica tipologia di batterie auto a tutti i veicoli. Questo perché attualmente avviene il contrario, ovvero sono i produttori a doversi adattare creando un posto dove collocarle.
Le batterie auto flessibili invece si aggiusteranno in ogni spazio così da rendere molto più agevole non solo la produzione
, ma anche e soprattutto la progettazione di un veicolo. Inoltre la loro caratteristica aumenterà le prestazioni e l’efficienza.
La prima fase di questo progetto aveva già prodotto alcuni risultati l’anno scorso. Con la seconda fase, Intelligent Battery Cell Production, si attendono nuovi sviluppi grazie anche ad un finanziamento di oltre 14 milioni di euro.
Jurgen Fleischer, capo del team di ricercatori, in merito alle batterie auto flessibili in progetto ha dichiarato:
“Alla Karlsruhe Research Factory stiamo mettendo a punto una linea produttiva flessibile che possa permetterci di produrre celle differenti grazie a processi identici. L’obiettivo è utilizzare gli stessi robot e gli stessi passaggi per creare prodotti che siano differenti sia per le dimensioni, sia per le prestazioni che per composizione chimica“.
Insomma un impegno ambizioso, ma pare proprio essere realizzabile o almeno questi ricercatori hanno le idee chiare. I primi test sono previsti per il 2022, ma pare che l’ottimismo sia il profumo della vita, infatti si prevedono già modelli sul mercato nel 2023. Intanto una start up ha inventato batterie realizzate da rifiuti radioattivi capaci di rimanere in carica per 28 mila anni.