Il tumore al seno rappresenta la più frequente neoplasia nella popolazione femminile. Rappresenta una formazione di tessuto costituito da cellule che crescono in modo incontrollato ed anomalo all’interno della ghiandola mammaria. Sembra, però, che esistano due specifici interruttori molecolari che se disattivati, permettono di spegnere il “motore” del tumore stesso.
A dimostrarlo è uno studio pubblicato sulle pagine della autorevole e celebre rivista scientifica Journal of Cell Biology. La ricerca in questione riporta la firma di un team di scienziati dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) in collaborazione con colleghi dell’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) e dell’Università Statale di Milano. Nello specifico, i ricercatori italiani hanno scoperto la presenza di due piccoli interruttori molecolari, chiamati microRNA, che non portano informazioni per produrre proteine, bensì regolano centinaia di geni, inclusi quelli necessari per mantenere attive le cellule staminali
che alimentano il tumore e la sua ricomparsa dopo il trattamento terapeutico.Questi due “interruttori”, nello specifico, sono il miR-146a ed il miR-146b, strettamente correlati. Si tratta di piccoli RNA non codificanti proteine presenti nelle cellule staminali del tumore alla mammella e anche delle cellule staminali non tumorali della mammella. Sembra che i livelli di queste molecole siano notevolmente elevati nei breast cancer più aggressivi nei quali vi è un considerevole numero di cellule staminali tumorali. Gli scienziati hanno così deciso di distruggere questi microRNA in cellule tumorali provenienti da pazienti in modo da impedire la formazione di nuove masse tumorali. I loro esperimenti, con notevole sorpresa, hanno dimostrato che la riduzione dei livelli di questi microRNA rappresenta un approccio potenzialmente valido ed innovativo in grado di bypassare alcune forme di farmacoresistenza in ambito clinico.