Da mesi viene data per certa l’origine del coronavirus in Cina. Nonostante questo, allo stato attuale, sempre dando per veri i dati “ufficiali”, il paese sembra essere quello che si è comportato meglio al mondo. Ovviamente però il bisogno di creare un’immunità generale contro il Covid-19 rimane un obiettivo primario, ma il paese ha qualche problema coi vaccini.
La Cina ha sviluppato diversi vaccini interni è il più utilizzato, anche in diversi paesi esteri, è quello di Sinovac. Su stessa ammissione dell’ente preposto del paese però, questi trattamenti non sono particolarmente efficaci contro il coronavirus e quindi il Covid-19. Si parla di un’efficacia appena del 50%.
Per fare un confronto, i vaccini di Pfizer e di Moderna hanno un’efficacia superiore al 95%. AstraZeneca si trova poco sopra a quello cinese per quanto riguarda una dose, il 60%, ma con la seconda si arriva quasi all’85%. Tre vaccini Covid-19 di molto migliori di quello Sinovac.
Covid-19: vaccini poco efficaci
Per la Cina questo è un problema maggiore rispetto ad altri paesi. Teoricamente il numero basso di contagi di questo anno è dovuto alle pesanti misure di confinamento coatto effettuato nei confronti della popolazione. Se questo ha permesso di tenere i contagio sostanzialmente a zero, ha impedito alle persone di sviluppare anticorpi mirati contro il SARS-CoV-2. In sostanza, sono più a rischio del resto del mondo al Covid-19.
Avere vaccini cosi poco efficaci rende la Cina debole di fronte al virus e ora stanno cercando di rimediare. Ovviamente al momento non cercano aiuto all’estero, ma piuttosto proveranno qualche altra misura. La prima sulla lista è di mischiare le dosi di diversi vaccini Covid-19.
I vaccini finora sviluppati in Cina si basano tutti sull’uso di un vettore virale, come il vaccino di AstraZeneca e quello di Johnson & Johnson. Quelli più efficaci sono quelli mRNA e solo adesso il governo sta pensando di spingere gli investimenti verso tale tecnologia così da evitare un’ondata più pericolosa di Covid-19 tra la popolazione.