Sono numerosi gli studi scientifici pubblicati negli ultimi anni e che riguardano la ricerca di acqua nello spazio. Il tutto, grazie allo strumento HIFI, il “cacciatore di molecole” che ha permesso di ottenere una grande mole di dati che, a loro volta, sono serviti come base per lo sviluppo di lavori scientifici inerenti proprio la presenza dell’acqua nell’universo. Un nuovo studio, pubblicato proprio qualche giorno fa, riassume un po’ tutti gli articoli pubblicati su questo argomento confermando che la gran parte dell’acqua dell’universo si forma sotto forma di ghiaccio su particelle piccolissime nelle nuvole interstellari fredde e tenui.
Lo studio in questione, pubblicato sulla rivista Astronomy & Astrophysics, riporta la firma di un team di ricercatori dell’Università di Leida. Per il loro studio, gli scienziati hanno anche preso in esame i dati raccolti dall’osservatorio spaziale Herschel. Si tratta di un telescopio spaziale che l’Agenzia Spaziale Europea ha lanciato nel 2009 e che ha permesso di raccogliere una grande quantità di dati nell’infrarosso, molti dei quali riguardanti proprio la presenza di acqua nell’universo. Nel loro lavoro, i ricercatori hanno dimostrato che le nuvole interstellari fredde e tenui dalle quali derivano le particelle di polvere che formano l’acqua, sono quelle che vanno a formare nuovi pianeti o nuove stelle. L’acqua stessa viene preservata rimanendo ancorata alle particelle di polvere, crescendo strato dopo strato. Queste particelle, successivamente, rappresenteranno i “mattoni” per la formazione di nuovi pianeti che possono così contare sulla presenza dell’acqua.
Si tratta di una scoperta davvero interessante e allo stesso tempo affascinante perché ci fa pensare come, la maggior parte dell’acqua prodotta più di 4,5 miliardi di anni fa in quella nuvola e da quelle minuscole particelle di polvere, è la stessa acqua che ha poi dato origine al Sole e a tutti i pianeti del Sistema Solare.