Il cashback di Stato al contrario di quanto se ne dica si è rivelato un vero flop. Chi lo avrebbe mai immaginato? Vedremo, secondo dei dati, come le adesioni sono davvero state poche rispetto alle carte di pagamento in circolazione. Tuttavia un obbiettivo il Fisco lo ha raggiunto: siamo tutti sotto controllo. Adesso è iniziata la guerra al contante. Ecco tutti i dettagli e cosa ci dovremo aspettare.
“Le dò un dato appena emerso: soltanto una carta di pagamento su 10 tra quelle in circolazione ha aderito al nuovo piano cashback, un flop totale. Sono poco più di 8 milioni i cittadini che hanno aderito all’iniziativa, il 14% dei maggiorenni coinvolti e soltanto il 10% delle 115 milioni di carte di credito è stata associata al piano, percentuale bassissima contrariamente a quanto si pensava all’inizio”. È questa la realtà descritta da Massimo Leonardi, avvocato Commercialista e Revisore dei Conti. Uno dei massimi esperti in ambito fiscale. Si percepisce una certa forma di dissenso. Infatti è sempre lui a confessare che avrebbe auspicato a un miglior utilizzo del denaro
, ad esempio aiutando le partite iva in difficoltà. Tuttavia il Fisco ha raggiunto il suo obbiettivo. Quale?Sempre Leonardi, in un’intervista a il Giornale, afferma che insieme ai pagamenti elettronici “camminano” i controlli del Fisco. Ok privacy e tutela dei dati personali, ma chi ha scaricato l’app IO ha accettato le sue condizioni. “C’è la legge sulla privacy e soprattutto sulla titolarità dei dati: è chiaro che, avendo agganciato la carta di credito all’app statale, il flusso dei nostri dati confluirà nell’Agenzia delle Entrate“.
Inoltre Leonardi ha aggiunto che non si tratta solo dell’app di Stato, ma anche “qualsiasi transazione che passa dal conto corrente, un immane flusso di dati, viene trasmesso al Fisco“. Quindi pare che l’unico modo per combattere l’evasione sia la guerra al contante. E poi, se non si ha niente da nascondere, cosa c’è da preoccuparsi?
Intanto proseguono le trattative sul Recovery Fund in attesa anche che venga approvato il Decreto Ristori di aprile che potrebbe dare respiro a chi è in difficoltà.