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Due interessanti scoperte sull’evoluzione del Coronavirus

Tra i principali fattori che influenza l’evoluzione del genotipo di coronavirus che sta flagellando il nostro pianeta, c’è sicuramente la risposta immunitaria che il nostro organismo organizza nei confronti del patogeno.

Due ricerche recentemente pubblicate, offrono delle interessanti informazioni su come gli anticorpi e le altre difese dell’organismo determinino cambiamenti evolutivi nella proteina spike, l’uncino molecolare che fa da chiave di ingresso al virus nelle cellule per cui ha tropismo.

Le ricerche in questione, spiegano l’emergere di nuove varianti del virus che sottolineano come sia necessario produrre versioni aggiornati dei vaccini in modo costante.

Lenta trasformazione

I ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, Washington, hanno deciso di condurre uno studio per ipotesi basandosi su un altro ceppo di Coronavirus umano, un parente del Sars-CoV-2, il coronavirus umano 229E, un patogeno ad ampia circolazione che è una delle principali cause di raffreddore.

I ricercatori hanno sostanzialmente prelevato dei campioni di siero immune ottenuto da soggetti infettati negli anni 80′ e 90′ con quindi anticorpi datati a quell’epoca, lo hanno poi messo a contatto con il ceppo 229E, notando che effettivamente il siero non era in grado di bloccare il virus dello stesso ceppo ma datato all’epoca moderna, mentre però, riusciva a bloccare senza troppi problemi il virus appartenente alla stessa epoca, segno che dunque, non erano le difese dei soggetti ad essere calate, bensì il virus ad essere mutato per sfuggire alla difesa dell’organismo.

Le moderne varianti del 229E hanno quindi accumulato una serie di mutazioni che la rendono in grado di sfuggire alla risposta immune, cosa che dunque dobbiamo ipotizzare possa accadere anche con il Sars-CoV-2 che sta flagellando il nostro pianeta e che deve spingerci a produrre vaccini sempre aggiornati.

Cambiamenti costanti

Il secondo studio invece, è stato condotto dagli scienziati del National Institute of Allergy and Infectious Diseases di Bethesda, nel Maryland, essi nel dettaglio, attraverso una nuova tecnica di sequenziamento della proteina Spike, sono riusciti ad individuare eventuali ceppi diversi di Sars-CoV-2 presenti contemporaneamente in un singolo paziente infettato, sottolineando dunque una rapida evoluzione del virus addirittura nello stesso organismo.

Quando hanno applicato questa nuova tecnica, hanno rilevato la coesistenza di diverse varianti nate addirittura nello stesso organismo infettato, eventi spiegato dagli scienziati con il fenomeno della pressione selettiva: una serie di vincoli immunitari esercitati dall’organismo al virus che lo obbligano a cambiare, aggredendo in modo più specifico solo una variante.

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Pubblicato da
Eduardo Bleve