Il propilene è una delle plastiche più utilizzate e prodotte in tutto il mondo. A proposito di questo, infatti, si calcola che il valore della sua produzione superi i 100 miliardi di dollari annui. Questo materiale viene utilizzato per la produzione di una grande varietà di oggetti, dalle automobili fino ai più banali prodotti di consumo, ma per la produzione di questa varietà di plastiche è richiesto un grande dispendio di energia. Sembra però che le cose siano destinate a cambiare grazie ad un nuovo approccio di catalisi chimica che consente di ottenere una resa energetica più alta nella produzione di propilene.
A presentare questa nuova tecnica è uno studio apparso sulla celebre rivista Science e che riporta la firma di un team di scienziati della Northwestern University. I ricercatori, nello specifico, hanno messo a punto una nuova tecnica di catalisi chimica che riduce, significativamente, il dispendio di energia che si ha durante la produzione del propilene. Per produrre questo materiale, infatti, ci vogliono temperature molto alte, intorno agli 800°C. Così, i ricercatori hanno deciso di modificare una tecnica già esistente per produrre questa sostanza. La tecnica in questione è la deidrogenazione ossidativa.
Per raggiungere il loro scopo gli studiosi, invece di andare alla ricerca del catalizzatore più giusto, hanno deciso di decostruire la reazione in due componenti: deidrogenazione e combustione selettiva dell’idrogeno. Dunque, essi hanno progettato un materiale tandem che esegue entrambe le reazioni, in un ordine particolare. Il tutto, ha permesso di ottenere le rese più elevate di propilene mai segnalate finora. il segreto consiste nei due catalizzatori di grandezza nanometrica, uno costituito da platino e un altro fatto con ossido di indio. Questa combinazione consente di ottenere quantità elevate di propilene con un dispendio di energia nettamente inferiore rispetto ai metodi utilizzati finora.