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Microsoft Exchange: irruzione dell’FBI per risolvere un grave problema

Incredibile irruzione dell’FBI per risolvere un grave problema di Microsoft Exchange. A rischio migliaia di server. Un’operazione riuscita, ma che ha dell’incredibile. Infatti non è mai successo nulla di simile prima d’ora! Ecco tutti i dettagli in merito a questa curiosa notizia.

 

Microsoft è incredibile, a causa di Exchange è riuscita a scomodare anche l’FBI

Questa volta si tratta di una falla di Microsoft Exchange davvero pericolosa e l’azienda, fondata da Bill Gates, è riuscita a scomodare anche l’FBI.

Microsoft in pratica in aveva lasciato aperte delle falle nei server di posta elettronica di Exchange. Ciò aveva permesso al gruppo di cybercriminali Hafnium di diffondere un tipo di malware chiamato ransomware. Questo virus non solo è in grado di bloccare completamente un dispositivo, ma richiede anche un riscatto da pagare per poterlo sbloccare.

Erano migliaia i server ancora in pericolo che, nonostante le varie segnalazioni, non erano stati bonificati. Le aziende inadempienti erano americane. Ecco spiegato il motivo dell’intervento dell’FBI che ha letteralmente sfruttato la falla di Microsoft Exchange per entrare all’interno di questi ed eliminare tutti gli elementi pericolosi.

 

Operazione riuscita Roger

L’operazione sui server in pericolo per la falla Microsoft Exchange, ha confermato l’FBI, è riuscita e ha scongiurato possibili scenari peggiori. La cosa singolare è che, seppur a fin di bene, ciò che l’Agenzia ha fatto è una violazione, un accesso non autorizzato anche se a seguito di un mandato del giudice.

L’obbligo di azione è sopraggiunto quando sembrava che quelle aziende non potessero intervenire sui loro server. Secondo quanto dichiarato dall’FBI stessa era come se non ci fosse nessuno a gestire il problema. Ecco perché ha scelto di intervenire risolvendo la falla di Microsoft Exchange.

Nel frattempo Microsoft stava raffreddando i server sperimentando un nuovo metodo a immersione. Chissà se si saranno accorti di qualcosa.

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Pubblicato da
Osvaldo Lasperini
Tags: fbihacker