Il primo vaccino di cui vi parleremo, che sarà anche il primo ad arrivare, è CVnCoV prodotto dalla CureVac, azienda dei Paesi Bassi che però ha sede in Germania. Così come Pfizer-BioNTech e Moderna, il vaccino è basato sulla tecnologia a mRna. Spiegato nel dettaglio, questi sieri usano molecole di acido ribonucleico messaggero, al fine di dare istruzioni all’organismo per produrre una proteina chiamata Spike, la quale a sua volta va a comporre la corona da cui la Sars-CoV-2 prende il nome.
Andando a riconoscere la proteina Spike come estranea, il sistema immunitario si attiva in automatico e produce anticorpi specifici. In più, proprio come negli altri due, vengono attivate dal vaccino anche le cellule T, le quali fanno in modo che l’organismo si prepari a distruggere il Covid definitivamente.
L’Ema ha annunciato il via libera al siero di CureVac, e pare che arriverà tra maggio e giugno. L’Europa ha intenzione di puntare su CureVac, essendo che per l’anno nuovo non c’è stato il rinnovo
dei vaccini di AstraZeneca e Johnson & Johnson.
Dopo che abbiamo abbondantemente parlato di CureVac, ora passiamo al vaccino Nvx-CoV2373 prodotto da NovaVax. Potrebbero arrivare a breve ben 100 milioni di dosi in Europa, le parti sono infatti vicine all’accordo.
Qui si parla di un vaccino a base proteica, il quale contiene frammenti della proteina Spike Sars-CoV-2 (replicata in laboratorio), la quale va a richiamare l’organismo, dando una risposta immunitaria protettiva. Il farmaco, inoltre, viene detto anche adiuvante, una sostanza che mette in condizione il sistema immunitario a dare una risposta rafforzata al vaccino, facendo sì che ne possa giovare la durata. Il vaccino è ancora il fase di test, ma dovrebbe essere approvato a breve.
Infine, c’è un ultimo vaccino che sta sgomitando per farsi spazio, ossia quello dell’azienda francese Valneva, chiamato Vla2001. La sua approvazione dovrebbe avvenire per l’autunno, anche se già una trattativa per far arrivare in Europa ben 60 milioni di dosi.
In questo caso, la tecnologia utilizzata è ancora un’altra: si parla di un vaccino con virus inattivato, il quale usa le particelle virali della Sars-CoV-2, con sali di alluminio tra gli adiuvanti. A livello strategico, l’intento è quello di sostituire i vaccini prodotto da AstraZeneca e Johnson & Johnson, attendendo i dati riguardanti effetti collaterali e possibili morti collegate a trombosi.