I femminicidi sono i casi di omicidio doloso o preterintenzionale in cui le donne vengono uccise da individui di sesso maschile per motivi basati sul genere. Negli anni, purtroppo, i casi di femminicidio hanno fatto registrare un’impennata notevole e, allo stesso tempo, drammatica che preoccupa l’intera popolazione femminile. Oggi, per la prima volta, in Italia, è stato condotto uno studio che ha preso in esame 330 casi di femminicidio avvenuti a Torino e nella Citta Metropolitana tra il 1970 ed il 2020.
Lo studio in questione, pubblicato sul Journal of Interpersonal Violence, riporta la firma di un team di ricercatori dell’Università di Torino coordinati dalla Prof.ssa Georgia Zara. Nel loro lavoro, nello specifico, gli scienziati italiani hanno esaminati 330 casi di femminicidi avvenuti nel capoluogo piemontese e nella Citta Metropolitana nell’arco di 50 anni, commessi da 303 uomini autori di reato.
I risultati della ricerca hanno dimostrato che solo una minima parte
dei femminicidi avviene in un contesto anonimo poiché la maggior parte delle vittime dello studio sono state uccise da un uomo che conoscevano. Ciò, almeno nel 90,8% dei casi. Inoltre, nel 53,8% dei casi vi era una relazione intima tra l’assassino e la vittima mentre, nel 36,9% dei casi l’assassino era un conoscente. Per di più sembra che il tipo di legame che vi è tra la vittima ed il femminicida influenza il modo in cui l’atto violento viene perpetrato. Più forte è il loro legame, maggiore sembra essere la violenza utilizzata nell’omicidio rispetto a quando la violenza avviene contro vittime sconosciute. Si tratta di uno studio che, per la prima volta, prende in esame un tema così importante nel nostro Paese. Un tema che rappresenta, ad oggi, un problema mondiale.