Il piccolo drone-elicottero Ingenuity si è alzato in volo sul suolo di Marte.
Per la prima volta nella storia dell’umanità, un oggetto costruito dall’uomo è riuscito a sollevarsi su un corpo celeste extraterrestre. Nella giornata di ieri si è scritto un pezzo di storia, che apre una nuova frontiera dell’esplorazione spaziale finora mai considerata per mancanza di mezzi.
Potrebbe sembrare un evento non di particolare rilievo: siamo abituati a ben altre tecnologie, aerei, satelliti. Cosa mai avrà di così speciale un volo di 3 metri in altezza effettuato da un dispositivo di così ridotte dimensioni, quando sulla Terra vediamo droni levarsi quasi ogni giorno? Ve lo spieghiamo qui sotto, dopo lo splendido video della NASA che mostra Ingenuity levarsi dalla superficie marziana.
Ingenuity riesce a volare: per la prima volta un manufatto umano si solleva sulla superficie di un altro pianeta
La sequenza di volo, durato in totale 30 secondi, è stata ripresa dal rover Perseverance, atterrato negli scorsi mesi su Marte.
Il volo di ieri ha avuto uno scopo ingegneristico nel valutare come reagisca un oggetto volante nell’atmosfera marziana, che risulta densa solo l’1% di quella terrestre.
Essendo quindi molto rarefatta, le pale del drone-elicottero hanno maggior difficoltà nel generare la portanza adeguata, ossia la forza necessaria ad alzarsi in volo. Questo implica che le pale girino ad una velocità ben più alta rispetto a quanta ne servirebbe per compiere lo stesso volo sulla Terra.
In aggiunta, vi è un’altra difficoltà da considerare: il rischio di boom sonico in corrispondenza dell’estremità delle pale. Dal momento che l’atmosfera di Marte è molto più rarefatta, la velocità del suono è molto più bassa che sulla Terra. Ciò vuol dire che una pala lunga e che gira molto rapidamente rischia di superare la velocità del suono, creando interferenza con la portanza e rendendo il movimento delle pale stesse inefficace.
Il tutto quindi deve essere bilanciato con una struttura del drone molto leggera e una giusta dimensione delle pale, per evitare questo effetto avverso.
Una missione tutt’altro che semplice che la NASA ha affrontato egregiamente, muovendo un altro passo verso nuovi scenari e nuove emozionanti sfide nell’esplorazione del pianeta rosso, e non solo.