Può un farmaco utilizzato per trattare una determinata condizione patologica, al contempo, rappresentare una soluzione per un altro problema diverso da quello per il quale abbiamo assunto un farmaco? Sembra proprio di sì.
A dimostrarlo è uno studio pubblicato sulle pagine della celebre rivista Nature Metabolism da un team di scienziati del CNIO. Nel loro lavoro, i ricercatori spagnoli hanno dimostrato che un farmaco già in uso contro l’insufficienza cardiaca può, allo stesso tempo, riuscire a combattere l’obesità sabotandone la “regia” orchestrata da una molecola pro-infiammatoria specifica: la interleuchina-17A (IL-17A). Il farmaco in questione è la digossina. Per il loro lavoro, gli scienziati hanno eseguito dei test su alcuni topi che soffrivano di insufficienza cardiaca e che erano anche obesi. Dai risultati ottenuti, essi hanno scoperto che i topi che avevano assunto la digossina avevano fatto registrare una normalizzazione del peso corporeo ed un miglioramento significativo dei segni della sindrome metabolica. Il tutto, nel giro di poche settimane e con benefici a lungo termine.
Il farmaco digossina agirebbe bloccando l’attività pro-infiammatoria dell’interleuchina-17A ed inibendo tutta la cascata del segnale che si attiva a valle di questa molecola. Quest’ultima, infatti, agisce direttamente sul tessuto adiposo stimolando una reattività all’eccesso di nutrienti. Per contro, bloccando l’attività di questa molecola pro-infiammatoria, i topi dell’esperimento vedevano riattivato il proprio metabolismo basale con una conseguente riduzione del peso del 40%. Si tratta di una scoperta davvero interessante che dimostra come uno stesso farmaco possa, in maniera contemporanea, risolvere due problematiche gravi come l’insufficienza cardiaca e l’obesità. La strada però resta ancora in salita perché servono ulteriori studi per capire se i risultati ottenuti nei topi possano essere replicati anche nell’uomo.