Ciò che più temono queste nazioni è che la Cina riesca a sfruttare le ultime tecnologie per attuare uno spionaggio politico e industriale. Tuttavia, sembra che lo spionaggio cinese sia cominciato dieci anni fa precisamente a l’Aia, sede centrale dell’operatore di telecomunicazioni olandese KPN, il quale già nel 2009 utilizzava gli apparecchi di Shenzhen e ospitava nel suo quartier generale 6 tecnici cinesi.
La notizia, come avete visto dal titolo, pare che sia saltata fuori nel nostro continente grazie al quotidiano Le Monde. Inoltre, secondo un rapporto del 2010 ma rimasto segreto fino a pochi giorni fa, pare che Huawei abbia spiato dati e conversazioni telefoniche di circa 6,5 milioni di utenti
, tra cui personalità importanti del mondo politico. Tuttavia, questo rapporto non afferma con sicurezza che questo spionaggio sia stato fatto sicuramente, ma comunque, potenzialmente, l’azienda cinese avrebbe potuto farlo essendo che aveva pieno acceso ai server.Questo crea tanti dubbi su una possibile collaborazione olandese con Huawei, e il rischio, oltre a quello di lasciare nelle mani di Huawei miliardi di informazioni importanti, è quello che ci possa essere in futuro un danneggiamento della sicurezza in rete. Ovviamente, Huawei nega tutto, così come KPN garantisce a tutti che nessuno ha avuto accesso senza controlli al sistema. Quindi, per loro, non è successo nulla.
Ma, comunque, al di là di quello che sia successo o meno, la conseguenza diretta è che stesso il fatto che il rapporto sia stato divulgato, costringe il governo olandese ad imporre agli operatori tlc misure di sicurezza più ferree delle infrastrutture. Attualmente, Huawei non ha avuto il ban definitivo, ma pare che stiano almeno per arrivare delle regole maggiormente restrittive.