Siamo vicini al giorno dell’anniversario, che cadrà il 26 di aprile, dei 35 anni dalla tragedia di Chernobyl. Il giorno della tragedia, come detto, è il 26 aprile, erano l’01:23 e 45 secondi quando il reattore numero quattro della centrale esplose. Le conseguenze della fuoriuscita del materiale radioattivo furono inimmaginate fino a quel momento; basti pensare infatti che l’esplosione di Hiroshima fu quattrocento volte meno potente di quella di Chernobyl.
Le conseguenze di questa terribile esplosione ebbe un terribile impatto in tutta Europa ma in modo più marcato in Ucraina, Bielorussia e nelle zone più occidentali della Russia. Tumori, malformazioni o più generalmente avvelenamento da radiazioni; le cause della morte possono essere tante ma la causa è spesso quella immane tragedia. Le conseguenze per di più si portarono nel tempo con zone tutt’oggi con tassi di mortalità e malformazioni al di sopra della media.
Chernobyl: la speranza arriva dalla terra
Oggi fortunatamente Chernobyl non è più quella landa desolata e morta che appariva all’indomani della catastrofe nucleare. Benché sia ancora una zoao non popolata è possibile notare che la vita sta tornando a proliferare. Piante e animali stanno lentamente prendendo di nuovo possesso delle zone nei pressi della centrale nucleare e le vecchie città ormai abbandonate e simbolo della tragedia stanno, seppur lentamente, tornando a riempirsi di vita.
Per dare un’idea di come la natura si stia riappropriando dei terrori un tempo sottrattigli basti pensare che la zona nei pressi della centrale di Chernobyl, quella che un tempo era la zona rossa, è, ad oggi, il terzo polmone verde d’Europa per dimensioni.