A causa della crisi dei chip, il settore tecnologico sta affrontando varie difficoltà di approvvigionamento che coinvolgono tutta la supply chai mondiale. La richiesta di semiconduttori non è mai stata così elevata e gli stabilimenti produttivi dei chipmaker non riescono a soddisfare la domanda.
Questo provoca una carenza continua delle componenti necessarie ad assemblare varie tipologie di prodotti. Il settore che sta risentendo maggiormente della crisi dei chip è quello automotive. Le case automobilistiche non riescono a reperire l’hardware necessario per assemblare i sistemi di infotainment, le centraline e la tecnologia per gli ADAS.
Anche il settore degli elettrodomestici sta iniziando a risentire della carenza di componenti. Gli analisti ritengono che i prossimi stabilimenti destinati ad interrompere le operazioni saranno quelli dei produttori di smartphone.
Alcune stime precedenti indicavano che la crisi dei chip durerà fino al 2022. Si tratta di una stima ottimistica che comunque permette di vedere la luce in fondo al tunnel. Tuttavia, secondo Patrick Paul Gelsinger la carenza di semiconduttori durerà ancora a lungo.
Il CEO di Intel ha stimato che la mancanza di componenti hardware si protrarrà fino al 2023. Infatti, il problema che causa la crisi dei chip è l’impossibilità dei chipmaker di raggiungere la domanda dei vari OEM. Questa situazione di stallo continuerà fino a quando non verrà potenziata la capacità produttiva dei semiconduttori.
Tuttavia, per effettuare investimenti del genere servono denaro e tempo. Considerando che tutti i chipmaker stiano investendo per realizzare nuovi stabilimenti, serve comunque tempo per costruirli e mandare a regime la produzione.